“E’ ufficiale, il Ministero dell’Interno ha approvato il progetto denominato ‘A misura di bambino’ scaturito dalla partecipazione del Comune al bando nazionale F.A.M.I – Fondo Asilo Migrazione e Integrazione finalizzato al ‘potenziamento della capacità ricettiva del sistema di seconda accoglienza dei Minori Stranieri non Accompagnati (MSNA)’”. Lo annuncia l’assessore all’intercultura Giuseppe Felici aggiungendo “la nostra proposta è risultata al 12esimo posto a livello nazionale ed è stata finanziata con 410mila euro, sufficiente a coprire la totalità del fabbisogno indicato”.
Ad essere premiata la peculiarità di un disegno, che già in fase preliminare ha visto il coinvolgimento della Asl e della Prefettura, nonché l’apporto diretto di Arci, delle cooperative Babele e Frontiera Lavoro e del Fondo di Solidarietà del Comune che continueranno ad intervenire, secondo le proprie specificità, nella fase prettamente operativa che, da quanto si ipotizza, inizierà a breve. “Il nostro intento – spiega ancora Felici – era scongiurare, per i minori che dopo essere passati nei Centri di Prima Accoglienza vengono ridistribuiti sul territorio, il ricorso alle comunità o alle case famiglia. Abbiamo così fatto riferimento alla pratica dell’affido familiare professionale, sul quale il nostro comune ha già attivato altri progetti, e trovato fin dalla fase preliminare le famiglie disposte ad accogliere i soggetti destinatari dell’intervento, ossia i bambini da 0 a 13 anni”.
Il punto di forza del progetto è l’avere ipotizzato la permanenza dei minori in contesti familiari, con il consequenziale ed immediato inserimento in una comunità e nelle scuole del territorio (a Corciano, oltre a nido e scuola materna, ci sono primarie di primo e secondo grado) ed una visione di lungo periodo, in quanto una volta affidati, questi bambini potrebbero anche essere adottati. Per arrivare alla rosa di famiglie disposte ad accogliere – oltre una decina, in quanto 10 è il numero di soggetti per i quali si è partecipato al Bando – è stata condotta un’opera di sensibilizzazione diretta, senza ricorrere campagne istituzionalizzate, che ha coinvolto il settore dei Servizi Sociali supportato dalle Associazioni.
Le future famiglie affidatarie, alle quali è stata fatta firmare una lettera d’impegno (solo una di esse ha già un’esperienza di affido alle spalle), saranno formate – si presume per un paio di mesi – ed accompagnate dall’inizio della convivenza con i bambini da un tutor che le seguirà 24 ore su 24, oltre a ricevere un supporto didattico per la lingua, in affiancamento alla scuola, ed al sostegno inclusivo della comunità. Ora non resta che attendere ulteriori indicazioni così da provvedere all’accoppiamento minore-famiglia. “Continuiamo a fare la nostra parte – conclude l’assessore – per garantire politiche solidali per l’emergenza profughi con interventi che uniscono la gestione delle situazioni più critiche e l’integrazione nella società”.