“E’ un orgoglio immenso che un giovane abbia conseguito un risultato così grande in uno sport nobilissimo, che non fa solo bene al fisico ma è una vera filosofia di vita. Auguro ad Alessandro di raggiungere tutti i traguardi che si prefiggerà nella vita”. A dirlo il Sindaco di Corciano, Cristian Betti, felice che un suo giovane concittadino, il 16enne Alessandro Cricco, sia salito sul gradino più alto del podio nei Campionati Europei Giovanili di Karate disputati a Sofia, in Bulgaria.
Autore di una prestazione perfetta, Cricco ha battuto in finale per 3-2 lo spagnolo Alejandro Manzana Diaz, dopo avere superato il rumeno Gabriel Andrei Nedelcu (5-0), il francese Florian Nabucet (5-0), l’irlandese David Gannon (4-1) e il finlandese Saku Virtanen (5-0). Il neocampione, sorriso luminoso e modi gentili, di ambizioni ne ha davvero tante. Con la proprietà di linguaggio di chi sa ben conciliare sport e scuola – studia all’IIS ‘Giordano Bruno’ di Perugia – ed il controllo delle emozioni derivante dal praticare una disciplina che aiuta a ricercare il proprio equilibrio, a formare il carattere e ad acquisire consapevolezza, ammette “mi sto preparando per la prossima gara in Olanda, a Rotterdam, nella quale combatterò contro i Senior, categoria superiore a quella dei Cadetti, la mia. Sarà una grande emozione potermi confrontare con ragazzi che stimo”.
Se questo è l’obiettivo a breve, nel medio e lungo termine ce ne sono altri “sogno il Mondiale, a fine ottobre, e poi le Olimpiadi. A Tokyo 2020, dal 25 luglio al 9 agosto, il Karate potrà fare il suo debutto”. Uno stimolo di non poco conto, visto che per questa disciplina, che si sostanzia in un combattimento immaginario su tappeto dove a fare la differenza sono potenza,espressività e rapidità, l’attesa si è protratta per oltre 40 anni. Alessandro, comunque, riesce ad incarnare e trasmettere uno dei concetti basilari del suo sport: ‘fare tendere lo spirito al livello più alto’, in quanto alla richiesta di raccontare la giornata finale parla come fosse un vecchio saggio, quasi distaccato dalle cose terrene, di “concentrazione ed emozione, dal riscaldamento a tutte le fasi della gara, le qualificazioni al mattino e la finale al pomeriggio fino alla cerimonia in un palazzetto strapieno”.
Invitato a ricordare chi lo aveva accompagnato, si scioglie e dice “la mia allenatrice Tiziana Costa, è allenatrice nazionale, il mio papà e la nonna”. Sopra tutto, però c’è una data che gli ronza in testa e che, forse, spiega come non sia stato lui a scegliere il Karate, ma l’esatto contrario. “Ho cominciato a praticarlo a 5 anni – ammette – e per un periodo ho lasciato, per passare al calcio. Sulla scia dell’entusiasmo del film Karate Kid sono ritornato ma a 13 anni ho abbandonato di nuovo; mi ero stancato – riprende – era difficile andare avanti con gli allenamenti. Ho ripreso a giocare a pallone – prosegue – ma dopo poco, la telefonata di un allievo dell’allenatore Giovanni Maurizi, nella quale mi si chiedeva se volevo far parte di una nuova squadra di Karate che si stava formando, mi ha suscitato qualche dubbio. Non sapevo che fare, alla fine provai un allenamento … Era il 17 febbraio – fa una pausa – la stessa data nella quale, quest’anno, ho vinto il titolo Europeo”. Strane coincidenze? E’ molto più bello pensare che si tratti di fortunate coincidenze o, meglio ancora, di Destino.
Monica Rosati