Diciassette nuove colonnine salvavita oltre ai defibrillatori già attivi nelle strutture sportive del territorio comunale.
Il progetto “Corciano Cardioprotetta” è avanzato di un nuovo tassello sabato mattina 25 febbraio con l’inaugurazione del primo dispositivo il cui utilizzo è destinato non solo agli operatori sanitari o medici, ma a tutti i cittadini.
Il nuovo defibrillatore si trova nel centro storico proprio a fianco dell’ingresso del Palazzo Comunale.
“Da oggi partiamo, dobbiamo coinvolgere a tutto tondo associazioni ed imprenditori. Tutti insieme possiamo fare un bel lavoro. Il primo obiettivo era partire da Corciano per andare in tutte le altre frazioni”. È quanto ha ribadito l’assessore all’associazionismo Luca Terradura, durante la conferenza stampa per la presentazione del progetto curato dalla Croce Rossa Italiana – comitato di Corciano, in sinergia con il Comune.
A porgere i saluti istituzionali il Sindaco, Cristian Betti, presenti gli assessori, vari consiglieri comunali con il Presidente dell’assemblea legislativa Federico Fornari, i volontari della Croce Rossa con Mirko Pallotti, Presidente del comitato locale della CRI, Matteo Bellucci, il medico che ha strutturato il percorso e molti rappresentanti del variegato mondo dell’associazionismo corcianese. Tutti schierati in prima linea per ufficializzare un’iniziativa che, per proseguire – è stato ribadito da più parti – ha bisogno del contributo dei soggetti che vivono il territorio.
“Secondo l’Istat – ha detto il Presidente Pallotti – circa 57mila italiani muoiono di morte improvvisa e la metà per aritmia cardiaca. Parliamo quindi di un progetto capace di dividere la vita dalla morte. A livello regionale e nazionale – ha aggiunto – la cardio-protezione è iniziata in tanti Comuni ma è faticoso portarla a termine; anche qui a Corciano l’iter è ambizioso e complesso, ma siamo fiduciosi. Quando cominciammo a parlarne con il Sindaco e gli amministratori l’accoglienza fu buona, d’altra parte il legislatore aveva compreso che l’intervento con il defribillatore è importante per salvare la vita. Negli impianti sportivi è obbligatorio e quelli corcianesi ne sono già dotati. Noi abbiamo voluto fare un passo in più, prospettando un intervento che non copra solo i palazzetti dello sport e le scuole ma vari luoghi pubblici e, soprattutto, che la popolazione sia in grado di utilizzare lo strumento”.
“Corciano cardioprotetta”, ovviamente, presuppone un iter oneroso. La prima colonnina salvavita, posta nello spazio antistante l’ingresso della sede municipale, è stata acquistata con i proventi dell’Agrimercato del giugno 2016, in cui la Croce Rossa – che può contare sull’apporto di 200 volontari – ha sensibilizzato i produttori locali. “I punti di forza del percorso sono 4 – ha ribadito Pallotti – uniformità degli apparati, identici su tutto il territorio; manutenzione costante ed essenziale, a cura della Croce Rossa, al pari della formazione della popolazione. E’ inutile installare apparati se non siamo in grado di utilizzarli – ha ripreso il Presidente, aggiungendo – stiamo lavorando con i giovani nelle scuole, perché sono un target fondamentale; infine va valutato l’impegno per la ricerca dei fondi. ‘Corciano Cardioprotetta’ risponde alle direttive dello Stato, per cui il numero delle colonnine non l’abbiamo decisa noi, la buona notizia è che una ne abbiamo, ne servono solo 16. Ci sarà da lavorare – ha concluso – con l’aiuto di imprenditori, Comune ed associazioni, ma il messaggio da veicolare è che il progetto è di tutti ed utile a tutti”.
Prima del taglio del nastro e della dimostrazione pratica di utilizzo del defibrillatore, il medico-volontario Matteo Bellucci ha esposto, tra l’altro, i numeri. “In Italia si contano 60mila casi di morte cardiaca improvvisa, 400mila in Europa. Le statistiche dicono però che nel 70% dei casi l’insorgenza del problema avviene in presenza di qualcuno che potrebbe prestare soccorso, ma solo nel 15% dei casi viene avviata la manovra rianimatoria. Se tutti fossimo in grado di farlo – ha aggiunto – potremmo salvare 100mila persone in Europa. Secondo il progetto Escape Net, ancora in corso e testato su 10 milioni di abitanti, in Italia sopravvive il 2% delle persone colte da arresto cardiaco, nel resto d’Europa la percentuale è più alta, perché? nei paesi con la più alta sopravvivenza tutti conoscono le manovre salvavita e nei palazzi con 30 piani, ad esempio, ci sono i defibrillatori. Dobbiamo partire da qui – ha rimarcato – abbandonare la pigrizia ed imparare le manovre salvavita che, di fatto, sono semplici. La Croce Rossa potrà aiutare a farlo”.