Quando il bimbo è molto piccolo potrà sembrarvi quasi assurdo parlargli di qualcosa. Non è così. È utile narrare ciò che gli accade intorno e le azioni che stiamo eseguendo. Ad esempio, durante le operazioni di igiene che spesso agitano il bambino, descrivere le azioni eseguite serve sia come esercizio linguistico sia come rassicurazione.
Nel periodo prelinguistico, che va dai 18 ai 30 mesi, i bambini amano sentire i brevi racconti dei genitori. Raccontare della giornata trascorsa può rivelarsi una valida strategia per rilassarlo: sentirà nominare con cura tutto ciò che ha vissuto e sarà facilitato a rielaborarlo.
Quando parliamo con i bambini, è importante che la struttura del nostro linguaggio sia semplice. Utilizzate frasi brevi, con soggetto, predicato e complemento. I messaggi brevi e chiari sono più facilmente compresi.
Quando ci riferiamo ad un oggetto dobbiamo essere chiari e usare termini specifici. L’energia impiegata per memorizzare “automobile” è la stessa necessaria per memorizzare “brumbrum”. Ma dicendo automobile offrite al piccolo un’informazione più precisa oltreché più interessante. Il suo vocabolario crescerà e si arricchirà più velocemente in maniera più ordinata.
Il “miao” che diventa “gatto” o il “bau bau” che diventa “cane” è un meccanismo che manda in confusione il piccolo costretto a mettere in continua discussione le cose che sa.
Il periodo che precede l’esplosione linguistica, intorno ai 24 mesi, è un periodo in cui il bambino si sente frustrato, poiché il suo pensiero è ormai ordinato, così come i collegamenti oggetti-suoni corrispondenti, ma la produzione linguistica non è ancora pronta a venir fuori. Il bambino pensa “acqua” ma dice “aca”: una discrepanza che può generare frustrazione. Bisogna quindi accogliere il suo disagio aiutandolo a pronunciare meglio le parole.
Non bisogna mai correggere direttamente un bambino che non pronuncia correttamente. Aiutatelo con interventi indiretti. Se pronuncia male alcuni termini o parla poco, offritegli maggiori occasioni di ascolto. “Mama, voio aca!” “Vuoi acqua? Ecco: acqua.”
Anche se a volte è un po’ faticoso, dobbiamo sforzarci sempre di pronunciare bene e lentamente ogni singola parola, ogni sillaba. Questa modalità favorirà la loro concentrazione e la loro attenzione.