È stato approvato all’unanimità ieri nella seduta del consiglio comunale di Corciano l’ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle sul conferimento della cittadinanza onoraria al magistrato Antonino Di Matteo, detto Nino, sostituto procuratore della Repubblica a Palermo, per il suo impegno contro la criminalità organizzata e per la legalità.
Antonino Di Matteo è magistrato impegnato in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata, in particolar modo rivestendo la pubblica accusa e partecipando ad alcune delle più importanti indagini sulla mafia negli ultimi anni.
Recentemente iniziative analoghe sono state adottate anche da altri comuni italiani come Bologna e Reggio Emilia.
A seguito del voto unanime è stato anche deciso che la cerimonia di conferimento si terrà prossimamente nel palazzo comunale di Corciano.
“Ritengo sia un atto dalla grande portata simbolica, che sottende una scelta a favore della legalità”. Così la consigliera portavoce M5S nel Consiglio Comunale di Corciano, Simonetta Checcobelli, annuncia l’approvazione, nell’ultima seduta dell’Assemblea, dell’Odg da lei proposto, su stimolo dell’associazione delle Agende Rosse, per il conferimento della cittadinanza onoraria al giudice Nino Di Matteo. L’atto votato dal Consiglio parte dalla consapevolezza del valore dell’operato del giudice antimafia Di Matteo, sotto scorta dal 1995, un personaggio che non si stanca di rivolgere, pubblicamente ed in diversi consessi, il proprio monito alla politica ed ai cittadini, soprattutto alle giovani generazioni, di continuare a parlare del fenomeno, perché “i mafiosi gli affari li fanno meglio quando intorno a loro c’è silenzio – ha spesso rilevato – Paolo Borsellino prima di morire disse ‘Parlate’”. E proprio ripercorrendo ed interiorizzando lo spirito di un recente intervento del magistrato a Livorno, durante la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria, il Consiglio comunale corcianese ha accolto, all’unanimità, l’Odg di Checcobelli. Particolarmente intensa, infatti, la riflessione del magistrato nel passaggio dove aveva detto “ecco perché è bene tenere a mente che la mafia non è meno forte perché uccide di meno, ma si è infiltrata in luoghi apparentemente immuni tra colletti bianchi e soprattutto lontano dalla Sicilia”. Ed ancora “non delegare alla magistratura di recidere il potere della mafia. Uno stato che si può definire tale non può avere paura di affrontare il problema”. Tutti i gruppi politici hanno così manifestato la volontà , attraverso il conferimento della cittadinanza onoraria, di volere, sia come singoli che come istituzione, tenere alta l’attenzione sulla difesa della legalità e mandare un messaggio di vicinanza all’operato dei magistrati antimafia su tutto il territorio nazionale, ivi compresa l’Umbria, la quale, parimenti al resto del Paese, non è estranea al fenomeno mafioso. “Presto verrà organizzata la cerimonia ufficiale di conferimento della cittadinanza onoraria al giudice – conclude Checcobelli – con la predisposizione di uno striscione, attinente alla lotta alla mafia, che in nome del giudice verrà apposto sulla casa comunale e portato in rappresentanza del comune nelle cerimonie ufficiali”.