“La perdita di un uomo del valore del Presidente Ciampi non poteva passare inosservata”: il ricordo in onore di Carlo Azeglio Ciampi è quello che la capogruppo del PD di Corciano Emanuela Boccio ha sottoposto al Consiglio odierno all’Assemblea di Corciano e per il quale è stato osservato un minuto di silenzio. A questo proposito riportiamo l’intervento di Boccio, pervenutoci tramite comunicato stampa.
“Il 16 settembre scorso si è spento all’età di 95 anni Carlo Azeglio Ciampi.
Dopo la laurea in Lettere alla Scuola Normale di Pisa nel 1941, diventa ufficiale dell’esercito italiano. Nell’inverno ‘43/’44, dopo l’armistizio dell’8 settembre, rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, si iscrive al Partito d’Azione e si unisce sulle montagne di Scanno, in Abruzzo, ai combattenti per la Liberazione, lotta che ci condurrà finalmente alla Costituzione e alla Repubblica.
Nel 1946, dopo essersi laureato in giurisprudenza sempre alla Normale di Pisa, entra in Banca d’Italia, dove, in una luminosa carriera, lavorerà 47 anni, di cui 14, dal 1979 al 1993, come Governatore, rinunciando al relativo emolumento, facendosi bastare la pensione di Direttore Generale.
Nell’aprile ’93 assume, in condizioni drammatiche, la Presidenza del Consiglio. Il Paese è in piena bufera tangentopoli, nel 92 l’Italia è uscita dallo SME, la lira è stata svalutata del 7%; il 1992 e il ’93 sono anche gli anni delle stragi di mafia: Salvo Lima, Falcone, Borsellino, via dei Georgofili a Firenze, via Palestro a Milano, autobomba a Roma a s. Giorgio in Velabro e vari altri attentati, falliti e non. Carlo Azeglio Ciampi affronta questa situazione con serietà e determinazione esemplari; forte della sua autorevolezza, riesce a traghettare l’Italia dalla Prima alla Seconda Repubblica, riuscendo anche a concludere con le parti sociali lo storico “accordo di luglio” (1993) che per la prima volta nella storia del nostro Paese, rompe la spirale inflazione/salari inaugurando il metodo e la stagione della “concertazione”.
Nel 1996, con la vittoria dell’Ulivo, viene chiamato da Prodi a ricoprire l’incarico di ministro del Tesoro. Riesce, nonostante le difficoltà, a far entrare l’Italia nell’Euro con il gruppo di Testa dei Paesi, i Paesi Fondatori di quell’Europa che lui, passato per l’esperienza della guerra, immagina e auspica solidale e costruttrice di pace.
Successivamente è nominato ministro del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica nel governo D’Alema. Il 13 maggio 1999 è eletto decimo Presidente della Repubblica al primo scrutinio, a conferma dell’apprezzamento bipartisan del suo operato, con 707 voti su 1010, 33 in più della maggioranza qualificata richiesta.
Nel suo settennato Ciampi mantiene sempre il suo profilo schivo, la sua visione alta, improntata al bene comune da perseguire sempre e in ogni caso, la totale correttezza nei comportamenti e il profondo rispetto delle Istituzioni; sempre guidato dalla tenace difesa degli ultimi, del Sud di quest’Italia bizzarra, dei giovani. Impegnato durante tutto il mandato Presidenziale nella strenua difesa dell’Unità Nazionale, ripristina la Festa del 2 giugno nel 2000 e, nel corso del settennato, visita tutte e 100 le province italiane, dovunque accolto con affetto ed entusiasmo. Di fronte alle spinte centrifughe e ai particolarismi crescenti, le sue parole d’ordine di unità, contro la divisione del Paese, di unità sotto lo splendido Tricolore, di riscoperta della parola Patria, fanno rinascere l’orgoglio di essere italiani.
E poi i giovani, l’inno di Mameli nelle scuole, l’inaugurazione dell’anno scolastico con i ragazzi al Quirinale, la visita ai luoghi del Risorgimento e della Resistenza, la volontà incrollabile di infondere nei giovani, speranza di questo Paese, come li definisce, quegli ideali che avevano riempito la sua vita.
Con Carlo Azeglio Ciampi se n’è andato il Presidente delle tre erre: Risorgimento, Resistenza, Repubblica, uno degli uomini e Padri Nobili di questa nostra Patria come amava definire lui l’Italia, ma io aggiungerei anche una quarta erre, la erre di Responsabilità, perché Carlo Azeglio Ciampi, da persona seria qual era ha svolto in modo esemplare e onorato tutti gli incarichi che gli furono affidati.
L’Italia che sognava Carlo Azeglio Ciampi, come scrive Calabresi su repubblica del 17 settembre, era un’Italia “Azionista” e perciò laica, che affondasse le radici nell’Europa federalista e che credesse nello Stato di Diritto, nel civismo e nel costituzionalismo: il Paese delle regole.
La delusione di Carlo Azeglio Ciampi, era tutta qui, nel dover constatare che purtroppo, nonostante il suo enorme impegno, questo Paese è ancora troppo indietro rispetto ai temi a lui cari.
E allora io voglio oggi ricordare l’uomo, lo statista, il non politico che seppe fare una politica unificante e sempre nell’interesse generale; credo che il modo migliore per onorarlo sia continuare la sua battaglia civile, etica e morale per affermare quei valori di cui la nostra Italia ha ancora tanto bisogno.
Grazie Presidente Ciampi.
Propongo a questa Assemblea di osservare un minuto di silenzio, in onore e in ricordo di Carlo Azeglio Ciampi”.
Emanuela Boccio
Capogruppo del Partito Democratico