All’indomani della trascrizione della prima unione civile dell’Umbria nello specifico registro del comune di Corciano, anche Nadia Ginetti, già sindaco ed oggi senatore, membro della commissione Giustizia a Palazzo Madama e componente della Direzione Pd, interviene sul valore del provvedimento. “Sono davvero felice per questa coppia storica di Corciano, già protagonista di battaglie negli anni in cui ero Sindaco”. Infatti, da quanto sottolinea la Senatrice, Giuseppe de Rosa e Antonio Rinaldi, nati rispettivamente a Napoli e ad Aversa, e da ieri una coppia ufficializzata per la legge, nel corso del tempo avevano più volte manifestato la necessità che il loro status, comune a quello di tantissimi altri, potesse essere incardinato nell’ordinamento nazionale.
“Pur sensibili al tema – sottolinea ancora Ginetti – sia io che altri colleghi non avevamo alcuna libertà d’azione, in presenza di un vuoto normativo. Quando sono entrata in Parlamento, ricordo ancora – prosegue – che ci siamo incontrati e mi hanno chiesto con particolare intensità di fare in modo che le ‘coppie invisibili’ come loro potessero trovare una dignità civica. Facendo parte della Commissione Giustizia, che molto ha dato per la stesura del testo, sono orgogliosa di avere contribuito a disciplinare il diritto di due persone dello stesso sesso a formare un’unione. Sono contenta davvero – aggiunge ancora – per Antonio e Giuseppe è un riconoscimento pubblico che non interferisce, ovviamente, con l’affettività del loro percorso di vita, ma che era necessario. Mi inorgoglisce poi – conclude – che sia stato Corciano, comune dal quale provengo ed al quale appartengo, ad attuare per primo in Umbria il provvedimento”.
La legge sulle Unioni civili ha colmato un ritardo storico del nostro Paese, giunto 27esimo ad approvarla a livello europeo, ed il legislatore non poteva esimersi dall’intervenire, dopo la sentenza della Corte costituzionale che stabilisce il diritto delle coppie stabili ad essere riconosciute. Tuttavia, come evidenzia l’attuale primo cittadino, Cristian Betti, l’Unione Civile non è il “matrimonio gay”. Una puntualizzazione non meramente linguistica né ‘in punta di diplomazia’, piuttosto’ in punta di diritto’, in quanto pur essendo previsti una serie di diritti e doveri che avvicinano le unioni civili al matrimonio, come ad esempio la reversibilità della pensione, non si può parlare di equiparazione dei due istituti giuridici. Ricordando ancora la cerimonia del 18 settembre, il Sindaco ribadisce “vorrei ringraziare i dipendenti del Comune, dimostratisi velocissimi nell’ottemperare le pratiche necessarie a fare in modo che si potesse celebrare questa unione civile”. “Sono stati precisi e, soprattutto rapidi – aggiunge – a confermare una squadra valida che, tra l’altro, ci ha permesso di essere Comune apripista a livello regionale nel mettere in pratica la legge approvata a maggio scorso”. Intanto, in Comune sono pervenute richieste di unione civile da parte di altre quattro coppie, una di esse, al femminile, ha già un bambino. Il prossimo rito è previsto a settembre.