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martedì 24 Dicembre 2024
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Migranti a Corciano, un lettore risponde all’assessore: “Accoglienza sì, ma a determinate condizioni”

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Non si arresta il dibattito sui 60 immigrati accolti in questi ultimi mesi nella zona di Corciano. Dopo le preoccupazioni espresse dai cittadini l’amministrazione è intervenuta e, per bocca dell’assessore all’intercultura Giuseppe Felici, ha spiegato la scelta fatta. Le dichiarazioni dell’assessore, riportate dal nostro giornale, hanno ovviamente scatenato una serie di reazioni da parte dei corcianesi.

Di seguito riportiamo le riflessioni di un lettore che ha scritto alla nostra casella di posta elettronica per spiegarci cosa si attende da chi si occupa della “crisi migranti” sia a livello locale sia a livello nazionale.

Gentile redazione,
sono un cittadino del Comune di Corciano perplesso riguardo certe notizie diffuse (non dalla vostra testata ma in generale dalla stampa locale) a proposito dell’immigrazione nel nostro Comune.
Vivo in un condominio nel Comune di Corciano. Nell’appartamento sopra al mio è stato costituito, nel dicembre 2014, un centro d’accoglienza senza coinvolgere in nessun modo nei giorni precedenti gli altri residenti nell’edificio . Pochi mesi dopo ne sono stati costituiti altri due nel condominio a fianco. Io, a differenza di chi parla senza sapere le cose, vivo a fianco dei migranti 7 giorni a settimana, 24 ore al giorno. Nel mio piccolo, vorrei fare alcune semplici considerazioni.
Ho letto che l’assessore all’intercultura Giuseppe Felici si è così espresso a proposito dei migranti: “Gran parte di loro si allontanano dal proprio paese per fuggire da guerre, dittature, crisi economiche e disastri ambientali“. I dati nazionali ufficiali, però, dicono un’altra cosa. Se si va sul sito del Ministero dell’Interno e si leggono le statistiche sull’immigrazione si scopre che il 63% delle richieste d’asilo analizzate nel mese di maggio (ultimo dato disponibile) sono state respinte. In altre parole, più della metà delle persone la cui richiesta d’asilo è stata analizzata a maggio non aveva i requisiti per vedersi riconoscere la protezione internazionale o la protezione umanitaria. Ad aprile il dato delle richieste respinte era pari al 65%, a marzo era pari al 68%, a febbraio al 67%, a gennaio al 66%. Come già detto, questi sono dati nazionali. Perché il Comune non fornisce ai suoi cittadini tali statistiche rapportate alla propria quota di migranti? In tal modo il Comune di Corciano non solo dimostrerebbe di avere a cuore la trasparenza, ma farebbe anche chiarezza su chi effettivamente vive nel suo territorio.
Ma ammettiamo che a tutti i richiedenti asilo che vivono nel Comune di Corciano sia stata riconosciuta o la protezione internazionale o la protezione umanitaria. C’è comunque un altro problema da affrontare. Tutti i richiedenti asilo hanno vitto e alloggio (comprensivo di tutte le utenze domestiche) gratis. Ma cosa fanno queste persone in cambio di questi incredibili benefit economici? Il problema, infatti, non è solo se ospitare o meno i migranti, ma soprattutto come farlo. Quanti dei richiedenti asilo che vivono nel Comune di Corciano frequentano corsi di lingua, di legislazione e cultura italiana? Quanti di essi sostengono delle prove per verificare l’effettivo apprendimento? Chi si occupa della loro accoglienza, ed è pagato per questo servizio di intermediazione, si premura di far comprendere cosa significhi vivere a fianco di altri nuclei abitativi e come l’Italia, pur dimostrando una sensibilità estrema, non possa essere considerata un limone da spremere?
Sia chiaro, aiutare le persone in difficoltà è doveroso e nessuno sostiene il contrario. I problemi sollevati da chi, come me, vive da vicino queste situazioni sono altri. Chi si occupa dell’accoglienza non dovrebbe insegnare a chi arriva nel nostro paese che è necessario dare il proprio contributo alla società? L’alternativa è far passare ai migranti il messaggio che in questo Comune e in generale in questo paese possono continuare a vivere senza fare niente aspettando gli esiti dei ricorsi e dei controricorsi vari che, considerando i tempi della giustizia italiana, arriveranno dopo tantissimo tempo.
Se si vogliono fare discorsi da bar allora è giustissimo dire che nel Comune di Corciano non ci sono problemi con i richiedenti asilo. Se invece si vuole affrontare questa tematica seriamente (come dovrebbe fare chi riveste una carica pubblica) si deve sostenere che è giustissimo aiutare chi ne ha diritto e che a queste persone va mostrato come si vive in questo paese e come dare costantemente il proprio contributo.

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