Sono circa 10.000 gli umbri con problemi legati al gioco d’azzardo e per combattere questa patologia e fornire assistenza alle persone affette da ludopatia, dal primo marzo 2016 è stato attivato un numero verde regionale (800.410.902), una delle principali azioni messe in campo dalla Regione Umbria in seguito all’approvazione della legge regionale per la prevenzione, il contrasto e la cura di questo grave disturbo del comportamento. E sono già decine le telefonate con richieste di aiuto, da parte di giocatori e di familiari, che arrivano ogni giorno (non solo dall’Umbria ma anche da tutta Italia), secondo quanto sottolineato stamani a Perugia durante la presentazione ufficiale di questo nuovo servizio e l’illustrazione del rapporto 2016 dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze, attivo dal 2013 alla direzione regionale salute e welfare. Un rapporto realizzato per contribuire alla conoscenza del fenomeno e fornire un quadro della situazione regionale secondo una prospettiva epidemiologica.
I dati attualmente disponibili indicano infatti, come detto, che ci sono circa 10.000 umbri con un profilo di gioco problematico che dovrebbero essere raggiunti da iniziative di prevenzione o servizi di trattamento. Per quanto riguarda i più giovani sono circa 1.300 gli ipotetici studenti umbri con un profilo di gioco problematico e circa 1.500 ad elevato rischio. Inoltre, nel 2015 sono stati in carico ai servizi regionali 357 umbri dipendenti da gioco d’azzardo, soprattutto maschi e con più di 45 anni. In questa situazione, l’obiettivo del numero verde, ha ricordato l’assessore regionale alla sanità Antonio Bartolini insieme ai responsabili della direzione sanitaria regionale e ai referenti del numero verde intervenuti alla sala Fiume di palazzo Donini, “è anche quello di far arrivare ai servizi il giocatore prima possibile, perché è più facile intervenire quando la dipendenza non è acuta e quando ci sono dissesti economici contenuti”. Questo servizio, attivo al momento dal lunedì al venerdì (dalle 17 alle 20) “offre gratuitamente ed in forma anonima ascolto, consulenza ed orientamento, con educatori formati che rispondono da postazione fissa per dare tutte le informazioni in maniera puntuale e precisa”: a sottolinearlo è stata Sonia Biscontini, dirigente del dipartimento dipendenze dell’azienda Usl Umbria 2 con sede a Foligno al cui interno si trova il centro di riferimento regionale per il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo. L’assessore Bartolini ha poi annunciato che sarà aperto con una “call” entro la fine di luglio un concorso per l’ideazione della campagna informativa di promozione del numero verde, con quella vincente che in autunno sarà poi utilizzata e ben evidente soprattutto nei 1.397 esercizi autorizzati dell’Umbria (1.054 nella provincia di Perugia e 343 in quella di Terni).
“Per arginare questo fenomeno – ha detto Bartolini – c’è un’attenzione massima da parte della politica, con Regioni e Comuni molto impegnati”. In Umbria, questa più recente misura del numero verde “si inserisce in una campagna più ampia”, come ha spiegato Bartolini. Nel corso dell’incontro, infatti, sono state evidenziate tutte le altre iniziative adottate sempre in applicazione della legge regionale del 21 novembre 2014 n. 21, “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico”. “Una legge – ha affermato Walter Orlandi, direttore regionale alla sanità – che ha il merito di contrastare il fenomeno che però va seguito costantemente utilizzando sempre nuovi servizi”. Per contribuire alla valutazione delle misure attuate – è stato infine ricordato – e per affrontare quindi una problema tanto complesso su cui intervengono fattori molteplici, un primo passo “è quello di comprenderne i diversi aspetti, con una lettura a tutto campo”, che in questo caso è data dal rapporto epidemiologico stilato dall’Osservatorio regionale. Dallo studio emerge così che per quanto riguarda il gioco d’azzardo nella popolazione studentesca, in Umbria gli studenti che riferiscono di aver giocato somme di denaro nell’ultimo anno, dal 2010 (52,9%) al 2014 sono andanti diminuendo, mentre nel 2015 si rileva un lieve aumento. Tra coloro che giocano, l’8,6% ha un comportamento problematico e il 9,7% ha un elevato rischio di assumere un comportamento problematico. In Umbria, le prevalenze del gioco d’azzardo nella popolazione generale (15-74enni) sono assimilabili a quelle nazionali. Sono nettamente più i maschi (37%) a giocare rispetto alle donne (18%). Il profilo di gioco problematico nella popolazione dei giocatori di 15-74 anni riguarda il 5,6% (5,4% in Italia).
Negli ultimi anni c’è stato un crescente ricorso degli umbri ai servizi: dal 2013 al 2015 l’utenza è quasi raddoppiata (+89%), passando da 199 a 357 unità. Se si prende in considerazione la popolazione a rischio secondo gli indicatori di prevalenza di gioco, in Umbria si hanno in trattamento circa 42 soggetti per 1.000 a rischio. La classe di età che si rivolge di più ai servizi (con i giovani che difficilmente accedono) è quella dei 45-54enni, con utenti prevalentemente maschi (81%). Nel 2015 gli umbri hanno investito nei giochi autorizzati dai Monopoli 1.029 milioni di euro (raccolta lorda), un importo sostanzialmente stabile rispetto ai dati del 2013 e del 2014. Tolte da questa somma le vincite, risulta al netto una spesa di circa 235 milioni di euro, anche questa sostanzialmente stabile rispetto ai dati del 2013 (231 milioni di euro) e del 2014 (233 milioni di euro). (ANSA)