Il referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea tiene banco in tutte le discussioni nazionali e internazionali. Ancora è presto per poter anticipare cosa accadrà in Inghilterra così come non sono prevedibili gli effetti nel resto dell’Europa e in Italia, figuriamoci in Umbria.
Intanto il Regno Unito deve comunicare formalmente al Consiglio europeo la sua intenzione di lasciare l’Unione, sempre che il Parlamento tenga conto del referendum.
Poi comunque dovrà cominciare la rinegoziazione degli accordi e dei rapporti commerciali.
Le trattative insomma rischiano di durare più dei due anni previsti dal trattato di Lisbona. Un lasso di tempo in cui l’Inghilterra dovrà continuare a rispettare i regolamenti europei anche se non parteciperà più al processo decisionale.
Dunque non è facile prevedere ancora cosa accadrà a livello locale.
Nel nostro piccolo però possiamo ricordare i rapporti commerciali che legano l’Umbria al Regno Unito.
Secondo gli ultimi dati Bankitalia nel 2015 le esportazioni verso l’UK hanno avuto il valore di 208 milioni di euro, in crescita del 16,8% rispetto all’anno precedente anche se la crescita fra 2014 e 2013 era stata più elevata.
Le importazioni che ammontano a 45 milioni di euro sono invece calate fra 2015 e 2014 del 11% nonostante l’incremento del 31% che si era registrata nel periodo precedente.
Secondo il gruppo finanziario SACE attivo nell’export credit a livello nazionale a pagare il prezzo maggiore sarà anche la meccanica strumentale, settore importante in Umbria così come quello del tessile, abbigliamento e alimentare che invece dovrebbero difendersi bene.
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