Per assicurare il miglior rapporto prezzo/qualità ma anche per educare le nuove generazioni occorre privilegiare nelle mense scolastiche i cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive del territorio e riducono i troppi passaggi intermedi dietro i quali più elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni. È quanto sottolinea la Coldiretti regionale in riferimento all’attività svolta da Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità nelle mense scolastiche con oltre 2500 interventi mirati eseguiti su tutto il territorio nazionale, con situazioni allarmanti anche in Umbria.
È importante – sottolinea Coldiretti – vigilare sull’alimentazione a scuola in una situazione in cui un italiano su cinque (20 per cento) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche di figli o nipoti mentre il 42 per cento la ritiene appena sufficiente, secondo quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’.
Occorre – ribadisce Coldiretti – da un lato tutelare bambini e genitori riguardo la provenienza del cibo, dall’altro contribuire a sostenere l’economia locale e gli imprenditori agricoli, con un percorso virtuoso di conoscenza e fiducia, accorciando la filiera tra produttori e consumatori. La filiera corta nella percezione collettiva infatti – conclude Coldiretti – non rappresenta solo un modo di produrre e consumare, ma un processo più complesso che incide sui livelli occupazionali, cambiando la traiettoria socioeconomica delle comunità coinvolte.