La politica locale si infiamma sulle trivelle. In Umbria non c’è il mare, è vero, ma il referendum sta portando una ondata di polemiche. A differenza dei primi momenti in questi ultimi giorni la discussione si è incentrata non tanto (e comunque non solo) su dove mettere la crocetta (sì o no) quanto piuttosto se andare al voto o meno. La sorpresa è che l’orgoglio di essere cittadini votanti sta contagiando un po’ tutti, sempre più convinti a far valere questo diritto, che poi è anche un dovere.
Ironia della sorte: a predicare il non-voto è proprio una delle massime figure istituzionali del Paese ossia il Presidente del Consiglio Matteo Renzi (del PD); un presidente che non è stato votato.
Ed è proprio nel Partito Democratico che ancora una volta emerge con forza la dicotomia che lo contraddistingue: sull’astensione c’è chi dice sì e c’è chi dice no, nonostante Renzi.
È il caso del PD Corcianese che non si sbilancia prendendo atto della situazione.
“Nel nostro partito le posizioni sono diverse – spiega il segretario Massimo Berioli – come lo è a livello nazionale. Abbiamo parlato e ci siamo confrontati ed è emerso che qualcuno è per il sì e qualcuno è per il no o l’astensione. Molti stanno esprimendo la propria posizione su Facebook”.
Proseguendo a livello locale non mancano neanche qui le polemiche.
“Molte personalità dello stesso PD – scrive il Movimento 5 Stelle di Corciano – hanno manifestato l’intenzione a non accettare l’invito sconcertante all’astensione da parte di chi dovrebbe essere, come rappresentante delle istituzioni, il paladino più fervente dell’esercizio del diritto di voto. Noi – annunciano le consigliere Checcobelli e Bianchi – andremo a votare e voteremo SI, ma soprattutto, come rappresentanti della comunità, invitiamo i corcianesi ad esprimersi su questa importante decisione da prendere in politica ambientale e sarebbe auspicabile che anche il Sindaco Betti, gli assessori e gli altri consiglieri comunali inviassero un segnale forte ai cittadini affinché, a prescindere dall’opinione di voto, esercitino gli strumenti democratici a loro disposizione al posto del distaccato disinteresse di chi non va a votare”.
“Sono disgustato dall’ennesima presa in giro degli italiani”. Esordisce così il consigliere di Forza Italia Luca Merli che prosegue senza sconti: “Non mi va proprio giù che Renzi abbia invitato a non andare a votare. La cosa che mi fa schifo è che lo Stato spende milioni per mettere in piedi un referendum bufala e chi governa – aggiunge Merli – dice di non andare a votare. E comunque in ogni caso è palesemente un referendum politico. Per quanto riguarda l’indicazione di voto – conclude – per quanto mi riguarda basta andare a votare”.
“Trovo eticamente scorretto – scrive Mario Taborchi consigliere di Sinistra Ecologia Libertà – che un appello per l’astensione provenga dal Presidente del Consiglio. Votare è un diritto che tutti dobbiamo esercitare e difendere. L’altro aspetto che vorrei sottolineare è l’informazione sul referendum che spesso è stata insufficiente o fuorviante. Il quesito non riguarda solo gli abitanti delle regioni interessate – aggiunge Taborchi – ma il sistema di sviluppo e l’uso delle risorse ambientali. Peraltro l’attività estrattiva, pur limitata, ha un impatto sull’ambiente e sull’ecosistema marino: vale veramente la pena procrastinare oltre la scadenza le concessioni su un’attività estrattiva che non porta benefici né economici né occupazionali?”.
Domenica 17 aprile, si apriranno le urne – dalle ore 7 alle 23 – per lo svolgimento del referendum abrogativo sulla durata delle trivellazioni in mare, che nello specifico prevede la cancellazione – mediante un unico quesito – dell’articolo 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006 numero 152 (Norme in materia ambientale).
Lo scrutinio dei voti inizierà al temine delle operazioni di voto, quindi già a partire dalle ore 23. I dati sull’affluenza verranno resi noti dal Viminale alle ore 12, 19 e 23.
In ogni caso affinché la proposta soggetta a referendum sia approvata occorre che vada a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto e che la maggioranza dei votanti si esprima con un ‘Sì’.
Il quesito riportato sulla scheda chiede: ‘Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?’. Nel caso ve ne fosse bisogno, è possibile rinnovare la tessera elettorale presso gli uffici elettorali dei Comuni di residenza.