269 cooperative, 41mila soci e 7mila occupati pari al 30 per cento di quelli delle imprese cooperative regionali. Sono i numeri di Confcooperative Umbria snocciolati durante l’assemblea regionale in cui Andrea Fora è stato confermato alla guida della confederazione.
“Sono orgoglioso – ha dichiarato Fora – di continuare a presiedere un’organizzazione che si è rivelata estremamente vivace, vitale e vicina alle esigenze delle proprie associate. In quattro anni ha visto crescere la propria base associativa confermando numericamente la sua leadership e attraendo rispetto ai propri valori importanti realtà cooperative del settore agricolo, sociale e di produzione, lavoro e servizi”.
I NUMERI DELLA COOPERAZIONE – Analizzando il corpo sociale impiegato, il 70 per cento degli addetti ha un contratto dipendente a tempo indeterminato, il 52,1 per cento è di sesso femminile, il 14,1 per cento è composto da persone straniere extracomunitarie. Continuando a guardare ai numeri, il fatturato aggregato di Confcooperative Umbria è di 1,6 miliardi di euro, mentre il capitale sociale aggregato è di 24 milioni di euro e quello investito 700 milioni di euro. Le patrimonializzazioni aggregate, inoltre, si attestano su 73 milioni di euro.
Confocooperative Umbria si guarda dentro ma non solo. “Serve un deciso cambiamento di passo da parte di tutti – ha aggiunto Fora –: istituzioni, pubblica amministrazione, imprese, cittadini. Il ruscello della spesa pubblica si è andato esaurendo e le vecchie amate nicchie non bastano più. Le tutele garantite, i mercati protetti sono andati in cantina e oggi l’Umbria si deve aprire a un cantiere profondo di innovazione, confrontare con i mercati, con la competitività, con altre regioni. Non possiamo più pensare che sviluppo e innovazione si basino solo su fondi europei conditi da un po’ di programmazione negoziata”.
TRE BANCHE NE FANNO PARTE – Dell’associazione fanno parte le tre bcc umbre, Crediumbria, Credito cooperativo umbro e Bcc di Spello e Bettona che contano 8mila soci e, attraverso i 41 sportelli, effettuano un raccolta complessiva di 1,2 miliardi di euro (+ 31% rispetto al 2008) con una mole di impieghi tra imprese e famiglie di poco inferiore a 1 miliardo di euro (+ 26% rispetto al 2008).
CRITICITÀ E SOLUZIONI– Durante l’assemblea si è parlato di come la cooperazione si è dovuta difendere negli ultimi anni da avvenimenti che hanno gettato un’ombra sul movimento cooperativo, attacchi che, anche se lontani dall’Umbria, pongono degli interrogativi.
“Abbiamo proposto più controlli – spiegato Fora – maggior partecipazione dei soci e non abbiamo esitato a espellere cooperative dai dubbi comportamenti. Non hanno cittadinanza in Confcooperative cooperative che sono gestite come aziende di famiglia, i cui presidenti guadagnano 30, 50 volte di più di un socio lavoratore, che utilizzano le persone deboli per fare business, fanno assemblee finte o ricorso strumentale ad accordi in deroga, piuttosto che alle crisi aziendali, come forme per l’artificioso e ignobile abbattimento del costo del lavoro”.
OSPITI LOCALI E NAZIONALI – Diverse le autorità e i rappresentanti del mondo politico ed economico presenti tra cui Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative, Gianpiero Bocci, sottosegretario al Ministero dell’interno, gli assessori regionali Fernanda Cecchini e Giuseppe Chianella, la senatrice Nadia Ginetti, Andrea Romizi, sindaco di Perugia, e Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio di Perugia.
“Il Paese ha bisogno delle cooperative – ha dichiarato Gardini –. Ne hanno bisogno agroalimentare, welfare, credito, imprese e il ‘buon’ lavoro che da ieri, grazie al nuovo Codice degli appalti, ha uno strumento in più. L’Italia ha bisogno delle migliori energie per ripartire e i cooperatori sono in prima linea”. E sulla riforma delle bcc aggiunge: “Il credito cooperativo deve riorganizzarsi, darsi strumenti nuovi mantenendo comunque una presenza capillare sul territorio attraverso un unico gruppo bancario di elevata strutturazione per dare risposte alla crisi”. “Oltre 260 cooperative, 7mila dipendenti e un lavoro importante che riguarda soprattutto il sociale – ha commentato Cecchini –. La cooperazione è una realtà importante che guarda avanti e che nel confronto con le istituzioni ha sempre trovato un interlocutore attento”.