L’Associazione Giacomo Sintini ha donato all’Azienda Ospedaliera di Perugia il software JMILK per la gestione dell’informatizzazione della banca del latte umano (BLUD) intitolata a “Maria Serena Lungarotti”.
“La nostra associazione – ha detto il presidente Giacomo Sintini – oltre a sostenere la ricerca contro il cancro si pone tra gli obiettivi quello di promuovere la sana e adeguata alimentazione che deve iniziare già dai primi giorni di vita di un bambino, per questo abbiamo deciso di sostenere questo progetto che siamo certi riuscirà ad innalzare la qualità del servizio già offerto dalla Banca del Latte”.
Il software di cui disporranno i medici, infermieri e operatori del reparto di Neonatologia consentirà di gestire in modo completamente informatizzato i flussi di latte donato, dall’arruolamento della mamma donatrice alla gestione del biberon che sarà dato al bimbo ricoverato, monitorando le richieste mediche e tutti i valori nutrizionali.
Inoltre, sarà possibile mettere in comunicazione più banche del latte e ottenere dati statistici.
“Questo processo d’informatizzazione – ha dichiarato il direttore della Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, dottoressa Gabriela Stangoni – ci consente di migliorare in efficienza e in qualità del servizio, ottenendo un prodotto finito nominativo per il bambino che riceverà il latte e completamente tracciato in tutte le sue fasi di preparazione”.
“La banca del latte dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia si distingue – hanno detto ancora i medici del reparto – perché cerchiamo di assicurare al bambino che lo riceverà un latte che sia vicino alla sua età gestazionale, incrociando i dati delle mamme donatrici con quello delle richieste”.
Dal 2013, anno in cui è stata istituita la Banca del Latte di Perugia, sono state prese in carico 66 mamme donatrici e sono stati raccolti 440 litri di latte che hanno rappresentato un’alternativa al latte artificiale per 250 neonati ricoverati presso la Patologia Neonatale e Terapia Intensiva Neonatale.
“Promuove la donazione e l’utilizzo del latte di banca è un fattore di crescita molto importante per la comunità – è stato detto – perché si sostiene l’allattamento al seno e si superano anche alcune barriere culturali nell’interesse unico dei neonati”.
“Sono molto felice di apprendere che la maggior parte delle mamme donatrici sono quelle stesse mamme che nei primi giorni di vita dei propri figli hanno fatto ricorso alla banca del latte – ha detto in conclusione Giacomo Sintini – questo dimostra che lo spirito del ‘donare’ dopo che si è ricevuto un aiuto è un sentimento molto forte che ci spinge a fare sempre di più per il bene collettivo”.