Si estende anche a Corciano l’inchiesta su Gesenu, con controlli su costi e sulla gestione della raccolta dei rifiuti in oltre 20 comuni dell’Umbria. Secondo il Messaggero in edicola, la Guardia di finanza nei giorni scorsi avrebbe richiesto l’acquisizione dei documenti sul tema dei Comuni umbri (oltre a Corciano, ne fanno parte Perugia, Assisi, Bastia, Bettona, Cannara, Castiglione del Lago, Città della Pieve, Collazzone, Deruta, Fratta Todina, Magione, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Piegaro, San Venanzo, Todi, Torgiano, Tuoro sul Trasimeno e Valfabbrica) che compongono l’Ati2.
GESENU E DINTORNI – “Informazioni che riguardano – spiega il Messaggero – gli estremi dei rapporti commerciali che i vari Comuni dell’Ati hanno con Gesenu, Trasimeno servizi ambientali e Gest, cioè le società della galassia Gesenu che gestiscono gli appalti nell’Ambito territoriale ottimale del Perugino”. Tra le richieste fatte ai Comuni dalle Fiamme Gialle, in particolare, vi sarebbero i piani finanziari e le determine dirigenziali e delibere sia di giunta che di consiglio comunale che hanno portato alla determinazione della Tari (tariffa sui rifiuti).
APPALTO DA 1 MILIARDO – La Finanza, insomma, potrebbe esaminare al microscopio il mega appalto da un miliardo di euro con cui Gest, la controllata di Gesenu, si è aggiudicata servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che verrà espletato fino al 2024. Nel 2008, infatti, l’Ati 2 ha indetto una gara europea per l’affidamento del ciclo integrato dei rifiuti. All’appalto da un miliardo ha concorso la Gest sri (fu l’unica offerta), Gest di cui fanno parte Gesenu, Sia, Tsa ed Ecocave. A parte Ecocave, Gesenu ha partecipazione in Sia (il 33%) e in Tsa (il 37,92%). Il contratto di affidamento della gara da un miliardo è del dicembre 2009, la decorrenza del servizio è del primo gennaio 2010 e i servizi verranno effettuati fino al 2024.