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mercoledì 13 Novembre 2024
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Da Solomeo a via Mazzini, Giovanni Parapini guida la comunicazione della RAI

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parapiniGiovanni Parapini sarà il nuovo direttore della comunicazione della Rai, ruolo rimasto scoperto dopo le dimissioni di Costanza Esclapon.
Parapini è nato a Brescia il 21 dicembre 1962 ma è cresciuto a Perugia e ora mantiene la propria residenza a Solomeo di Corciano. È sposato con l’attrice e artista Folignate Marianna Masciolini e insieme hanno avuto il figlio Arthur.
Dallo scorso 1 gennaio Parapini ha lasciato il Gruppo Hdrà, società di comunicazione integrata di cui era cofondatore e socio, cessando l’attività imprenditoriale a Bruxelles dove aveva seguito lo start up europeo di Consenso, la business unit specializzata nelle relazioni pubbliche e istituzionali.

La dirigenza RAI con Parapini ha voluto scegliere un nome fuori dal palazzo romano e con un curriculum
denso di esperienze all’estero. Dal 1993 al 1997 è a Londra per Mice Group, dal 1997 al 2001 è responsabile comunicazione del gruppo Esprit International. Nel 2004 ha fondato Aleteia Communication e nel 2014 si è trasferito a Bruxelles aprendo l’ufficio di Consenso per le attività di public affairs e lobby. Nel 2014 ha cofondato Hdrà inglobando Aleteia, Consenso, Medita e Overseas.
Entrando in RAI ha lasciato ogni incarico precedente.

Come scrive il Corriere della Sera la direzione generale RAI vede nel ruolo di Parapini un momento strategico del cambiamento dell’azienda. Sul piano della comunicazione mediatica, l’abbandono dell’immagine della RAI come luogo di conflitti politici e di faide per le poltrone. E la riproposizione del concetto di servizio pubblico, anche per quanto riguarderà le future campagne di immagine. La scommessa non si annuncia semplice, soprattutto dopo l’inserimento del canone nella bolletta delle utente elettriche. Il modello di comunicazione saranno le tv del mondo anglosassone (la Bbc, ovviamente, e le grandi company statunitensi e canadesi). Ma nel progetto trova spazio soprattutto un altro tipo di comunicazione, legata a campagne per esempio sulla questione-chiave dell’immigrazione, della violenza sulle donne, sul bullismo nel mondo scolastico. In più c’è l’intenzione di aprire a visite e seminari le porte della RAI ai giovani, spiegando il meccanismo creativo e produttivo che sta dietro al prodotto finale. Un modo, sostengono al settimo piano di viale Mazzini, anche per recuperare quel pubblico under 45 che segue pochissimo la tv generalista.

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