Successo per la ‘Cena delle farfalle’ a Castelvieto, un’occasione per aiutare il centro anti violenza di Perugia ma anche per ricordare l’avvocato Raffaella Presta, vittima della violenza omicida del marito Francesco Rosi. “L’ennesimo femminicidio avvenuto a Perugia, per una macabra coincidenza proprio nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è purtroppo uno dei tanti segnali che mostrano quanto le azioni concrete vadano incrementate, supportate e diffuse. L’impegno su questi temi non deve arrestarsi, dagli interventi legislativi a quelli ‘dal basso’, affinché, prima che di violenza, purtroppo, si debba morire, le vittime, adeguatamente supportate, trovino in se stesse la determinazione per sfuggire a queste situazioni”.
A dirlo Emanuela Boccio, Consigliera con delega alle Pari Opportunità e capogruppo del PD al Comune di Corciano, organizzatrice della cena di raccolta fondi per il Centro Antiviolenza di Perugia, tenutasi il 25 novembre al Circolo di Castelvieto. “Debbo ammettere che l’avvio è stato pesante – spiega – perché incontrarsi a poche ore dai tragici eventi del capoluogoper una situazione lieta, ovviamente, era difficile, ma ciò ha dato ai nostriospiti ancora più determinazione per veicolare il loro messaggio”. Durante la cena, aperta dai saluti del Sindaco, Cristian Betti, la Vicepresidente dell’associazione Liberamente, che gestisce il centro antiviolenza di Perugia e due operatrici, Giulia e Paola, hanno spiegato ai circa 90 convenuti come ed in quale contesto operano quotidianamente.
I Centri antiviolenza devono saper ricostruire un rapporto di fiducia con le donne che vi ricorrono, per lo più con situazioni difficilissime alle spalle e spesso insieme ai loro bambini, per questo sono fondamentali le figure che sostengono il percorso di uscita dalla violenza. Dalle avvocate agli psicologi, dagli operatori che ricevono richieste di aiuto al telefono o al front office, tutti debbono essere capaci di intervenire nel momento più difficile, quello in cui le vittime decidono di uscire dal tunnel della violenza.
Nel corso della serata sono stati distribuiti depliants e riferimenti del Centro, affinchè ogni partecipante potessesentirsi chiamato a prendere consapevolezza del problema e, per quanto possibile, consegnarli a persone in difficoltà “per trasmettere loro – evidenzia ancora Boccio – il messaggio che esistono modi e possibilità direcuperare la propria dignità, il rispetto per se stesse e il diritto all’autodeterminazione che sempre più spesso uomini violenti e paranoici, cercano di toglierci”.
Boccio ringrazia inoltre gli sponsor che hanno offerto il cibo (Fior di Sfoglia, Salumi Cornicchia, Cantine Goretti, Macelleriadell’Allevatore), nonché la Lega dello SPI CGIL, la ditta Metal Majora SRL e la Vis di Simona Trentini che hanno sostenuto economicamente l’iniziativa, “una generosità – conclude – che ha consentito di massimizzare il ricavato da devolvere al Centro Antiviolenza di Perugia”.