“Cosa c’è di più straordinario e poetico della quotidianità, specialmente quando viene vissuta da persone diverse nella loro normalità da essere sorprendenti”. L’assessore alla attività culturali del Comune di Corciano, Lorenzo Pierotti, annuncia così l’avventura teatrale dal titolo “LISolachec’è … Una giornata straordinariamente qualunque”, prevista il 30 ottobre, alle 21,00, al Teatro della Filarmonica, a concludere la “Settimana della Poesia”.
ATTORI SORDI E UDENTI INSIEME SUL PALCO – Si tratta della prima replica autunnale di un progetto che vede la partecipazione di attori sordi e udenti ideato e coordinato dall’Ente Nazionale Sordi (E.N.S.) di Perugia con la presidente Clarissa Bartolini, che sostituisce per quest’anno il “Premio Nazionale di Poesia Città di Corciano”, che tornerà nel 2016. Nella tensione ritmica della rappresentazione, si intrecciano fili personali autobiografici, tessuti dal proprio quotidiano. Il colore di una comicità ironica si innesta a quello drammatico, emozionando, coinvolgendo, proponendo al pubblico, di sordi e udenti, aspetti della società su cui riflettere e lavorare per colmare ingiuste differenze. L’originalità della rappresentazione sta nel finale a sorpresa, in cui si rovesciano le parti, offrendo la poesia a congiungere le sponde, a sfondare barriere, a porsi come canto condiviso in un comune sentire biologico.
VOCE E GESTUALITÀ – La lingua dei segni viene qui non solo riconosciuta, e posta come necessaria nella conoscenza e nella comunicazione sociale, ma anche esaltata, per le sue proprietà corporee. Voce e gestualità danzano insieme come un’unica energia che avvolge e contamina. La compagnia vede in scena Alessandro Marri, Anna Maria Farabbi, Antonio Annecchino, Chiara Fioroni, la stessa Clarissa Bartolini in veste di attrice, Daniele Covarino, Giovanni Tintori, Marius Simon, Nadia Polzoni e Nicola Brusconi. La regia è di Nico Pellicoro, che ha ideato l’architettura della rappresentazione e creato un laboratorio artistico fecondo tra gli attori, rendendo possibile questo teatro di improvvisazione. La poesia di Anna Maria Farabbi esce dal mondo letterario della lingua italiana per incontrare, omaggiare, onorare la lingua dei segni.