Cinque persone sono state rinviate a giudizio per omicidio colposo: i fatti risalgono all’ottobre del 2011, quando il vetraio Antonio Sportoletti morì cadendo in una tromba delle scale vuota in un cantiere edile di San Mariano di Corciano: l’uomo era andato al cantiere con il figlio per fare un sopralluogo, effettuato il quale era poi tornato nello stabile. Il figlio, non vedendolo tornare, era anch’egli rientrato e aveva trovato il vetraio morto, dopo una caduta di circa tre metri.
OMICIDIO COLPOSO – Per accertare la dinamica dei fatti, i giudici del tribunale di Perugia avevano anche aperto un fascicolo per omicidio doloso a carico di ignoti: dopo le risultanze dell’indagine, il capo di imputazione è stato cambiato in omicidio colposo contestato ai responsabili, a vario titolo, di quel cantiere.
IL RINVIO A GIUDIZIO – Giovedì mattina le difese dei cinque imputati hanno avanzato l’ipotesi che Sportoletti si fosse suicidato per problemi economici, ma il giudice alla fine ha accolto il teorema della procura secondo cui la morte è dovuta a chi, in quel cantiere, non aveva adeguatamente segnalato (se c’era un cartello, era stato rimosso il giorno prima proprio per montare le porte) né protetto una porta che dava sul vuoto.