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martedì 16 Luglio 2024
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Crisi dell’edilizia, per i sindacati se ne esce solo con nuove politiche basate sulla qualità

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ediliziaDal 2009 al 2014 le imprese edili in Umbria hanno subito una contrazione che le ha portate da 4.548 a 2.838 con la perdita di 1.403 imprese in provincia di Perugia e 307 in quella di Terni.
Le ore lavorate in Umbria nel settore sono quasi dimezzate passando in sei anni da 20 milioni circa a 10 milioni e mezzo.
Sono i dati della Cassa Edile presentati dai sindacati di categoria di Cgil Cisl e Uil che in una conferenza stampa sono tornati a lanciare l’allarme.

Il settore delle costruzioni– scrivono i sindacati – da oltre 7 anni vive una lunga e profonda crisi poiché il modello di sviluppo precedente, basato su una massiccia espansione, è superato in modo definitivo.
Eppure, sostengono i sindacati, non riesce ad emergere una politica consapevole di questo cambiamento che sia in grado di aprire una nuova fase con nuovi presupposti: limitare il consumo di territorio puntando al recupero, alla difesa del territorio, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico-culturale, alla riqualificazione urbana, all’efficientamento energetico, alla messa in sicurezza delle scuole e di tutti gli edifici pubblici.

Nuovi obiettivi questi, che – spiegano i sindacati – impegnerebbero il settore in una nuova fase di crescita con notevoli benefici per l’intera collettività, in particolare sull’occupazione.
Secondo le organizzazioni per riuscire in questa sfida occorre una nuova politica industriale per il settore.
Prima di tutto – spiegano – un nuovo protagonismo delle Istituzioni pubbliche, in grado di regolare, pianificare, controllare e rispondere meglio agli interessi generali, che non chiedono speculazioni, ma piuttosto accesso al Diritto alla Casa per i cittadini, nuove e moderne infrastrutture, la sicurezza delle città la riqualificazione urbana, la qualità della vita, lo sviluppo e la crescita.
“Nella nostra regione – avvertono i sindacati – l’assenza di questa politica è evidente” mentre “emerge una chiara involuzione del sistema imprenditoriale verso una competizione al ribasso”. Invece “Occorre spingere il sistema imprenditoriale edile dell’Umbria nella direzione opposta – concludono i sindacati – invertire il senso di marcia e rimetterlo sul binario della qualità.

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