“Tra le considerazioni infelici espresse a mezzo stampa dal Vice Presidente Vicario di Confartigianato Perugia, Gianni Smacchi, una delle più divertenti è che la nostra azione ha altri fini o interessi!”.
Maria Angela Locchi, Giorgio Buini e Graziano Evangelisti, Presidenti rispettivamente dei Direttivi di Corciano, Assisi e Spoleto di Confartigianato Imprese Perugia nel dirsi convinti che “al peggio non c’è mai fine” commentano le parole riportate dalla stampa locale “che esaltava i pensieri, per molti versi sbiaditi o di non conoscenza di quanto accade, del Vice Presidente Vicario”. Ad infastidire, la sua ipotesi di “altri interessi” da parte dei Presidenti territoriali, critici sulla paventata chiusura dei loro uffici e decisi a comprenderne le dinamiche.
“Quali coinvolgimenti potremmo avere – osservano – se per vedere chiaro nella gestione attuale abbiamo chiesto l’intervento di un osservatore o di un commissario ‘romano’!”. Nel valutare le affermazioni di Smacchi ricche di “incongruenze rispetto alla verità, facilmente dimostrabile e documentabile, a partire dalla sua nomina, avvenuta d’ufficio in una riunione della Giunta dove, tra l’altro, la nomina dei Vice Presidenti e quindi anche quella del Vicario, non era neanche all’odg e conclusasi con l’ uscita dalla sala della maggioranza degli aventi diritto al voto”, i tre ritengono “contestabili anche altre affermazioni”. Il riferimento è “ai rinnovi degli organi dirigenti secondo il nuovo Statuto Nazionale. Lo stesso – proseguono – andrebbe adottato tecnicamente dalle Associazioni territoriali e poi riempito di contenuti attraverso riunioni dei gruppi di mestiere e di territorio, da tenersi almeno con una Bozza di Progetto Associativo ed il massimo coinvolgimento degli associati. Censurabile pure la riflessione sugli interventi urgenti adottati per la sostenibilità dei costi di gestione dell’Associazione, per la quale – sottolineano Locchi, Buini ed Evangelisti – si è preferito depauperare quanto costruito faticosamente negli anni in termini di dipendenti, strutture e servizi, continuando a mantenere una sede centrale che, da 2 anni, ospita al massimo 2/3 dipendenti su 600 mq, privi di retribuzioni da mesi, e con vari uffici, Spoleto, Corciano, Umbertide ed Assisi, dove l’affitto non viene pagato da mesi e nei primi due casi i Tribunali hanno già inviato lo sfratto esecutivo”. Su questo punto Smacchi ritiene, rimarcano “che l’ufficio di Corciano è troppo vicino alla sede centrale, che Umbertide è confluita a Città di Castello e Spoleto spostata in una sede decisamente più funzionale di quella attuale … fortuna – ironizzano – che ad Assisi il Gruppo dirigente locale è intervenuto ed ha evitato il peggio ‘alla faccia della verità’!”.
“Fermo restando che non si è ancora capito chi lo ha incaricato di traghettare l’Associazione verso il nuovo insieme al Comitato Esecutivo, esautorando la Giunta (lui che fa il dirigente da oltre 15/20 anni, scrive ancora di rotazione degli incarichi tra i dirigenti, cosa non dichiarata più pubblicamente neanche dai dirigenti di partito) – concludono Locchi, Buini ed Evangelisti – contestiamo una gestione ‘intima’ dell’Associazione, non più democratica, ed opponiamo la necessità, al di la delle maggioranze, di un dialogo costruttivo, volto alla crescita e sviluppo delle imprese associate e come sancito dalle carte Associative”. “Non ci stiamo ad essere additati come ‘ribelli’, perché contestiamo un progetto sbagliato ed un metodo autoritario di approccio. Eppure in Umbria esistono Associazioni che svolgono egregiamente il proprio ruolo come la Confartigianato di Terni e di Foligno. Dimenticare quanto messo in campo da noi e tanti colleghi in questi anni – la riflessione finale – non rende giustizia dell’impegno profuso gratuitamente e mortifica un’attività svolta per i gruppi di mestiere e sui territori documentata dalla stampa in moltissime occasioni”.