“Si è appreso pochi giorni fa durante una Giunta provinciale di Confartigianato che l’Ufficio Territoriale di Corciano verrà chiuso perché è sopraggiunto uno sfratto esecutivo. Ho riportato la notizia al mio Direttivo e tutti sono rimasti sbigottiti”. A dirlo, Maria Angela Locchi, Presidente del Consiglio Direttivo di Confartigianato Imprese del Comune di Corciano, amareggiata da una decisione caduta dall’alto senza preavviso. “Questa cosa ci ha colto di sorpresa – prosegue – ci è sembrato alquanto bizzarro decidere una spending review solo ed esclusivamente per il territorio di Corciano, visto che la sede costa poche centinaia di euro al mese, mentre altre realtà, ben più onerose, non vengono messe in discussione, benché non abbiano conseguito performance eclatanti”.
Il problema è un canone di locazione che si aggira sui 400 euro, non versato da tempo e che, a detta di Confartigianato Imprese Corciano, poteva tranquillamente essere pagato, “è bizzarro sapere che un anno e mezzo fa – rimarca la Presidente – la gestione degli immobili dell’associazione è passata ad una cooperativa di Confartigianato che, evidentemente, non ha mai provveduto”. Ovviamente la notizia non lascia indifferenti gli ambienti amministrativi; il Sindaco Cristian Betti, da sempre vicino alle associazioni di categoria e consapevole del loro ruolo a servizio del territorio, si dice “letteralmente stupito dall’ipotesi di dover perdere un’entità attiva ed importante, riferimento imprescindibile per le realtà produttive” e promette di appoggiare “qualunque iniziativa il Direttivo vorrà mettere in atto”. Confartigianato Imprese Corciano, infatti, è ben radicata, dall’istituzione nel 1999 ad oggi rappresenta, tra il comprensorio di Corciano ed il Lago, circa 400 imprese, piccole, medie e strutturate. “Apriamo una finestra su tutto il versante Ovest di Perugia – riprende Locchi – Corciano, il comprensorio del Lago, Magione, zone in precedenza mai raggiunte.
L’Ufficio territoriale nasce per dare presenza sindacale, finanziaria e consulenza, a realtà non assistite. Abbiamo costruito un rapporto fiduciario e prodotto numeri con svariati zero per finanziamenti e servizi, poi la crisi economica ed il venire meno del supporto delle Banche ha cambiato la situazione, ma abbiamo continuato a sostenere le imprese e benché ci siamo dovuti trasformare in un Ufficio che deve produrre redditività, l’assistenza sindacale è sempre stata esercitata, sebbene un supporto economicamente non quantificabile sembra non conti più niente. In tutti questi anni inoltre – aggiunge – abbiamo intrecciato rapporti con le varie amministrazioni succedutesi, essendo tenuti in considerazione, e non parlo solo di Corciano”. Anche il Vicepresidente, Andrea Tripolini, non nasconde i dubbi e sollecita risposte. “Ci sono realtà con un minore numero di iscritti e di attività, eppure si decide di colpire un contesto dove si stanno sviluppando imprese ed una zona commerciale e sul quale, di conseguenza, sarebbe importante mantenere un presidio. Perché? – insiste – C’è dietro qualcosa? C’è davvero una spending review o, forse, ci sono imprese e cittadini di serie A e di serie B? E’ il Coordinamento Provinciale – ribadisce – che deve rispondere a queste domande”.
Gli fa eco la Presidente, determinata a non mollare né abbassare la guardia “mi rifaccio al Direttivo di Assisi che nei giorni scorsi ha mosso qualche perplessità sulla gestione politica di Confartigianato; a Corciano condividiamo appieno la riflessione e concorderemo con loro un sit in di protesta davanti alla sede”. “Anzi – riprende – poiché non c’è stata alcuna comunicazione ufficiale e scritta da parte della Giunta esecutiva di Confartigianato diretta al Presidente e al Direttivo, diffidiamo a prendere decisioni di chiusura del nostro Ufficio. Ricordiamo che il core business delle associazioni è la vicinanza alle imprese, mentre da alcune posizioni del ‘Palazzo’ s’intuisce che delle sorti delle imprese poco importa. A proposito – rimarca – vorrei sollecitare i miei colleghi a chiedersi perché la politica di Confartigianato punta a smantellare i presidi territoriali mantenendo intonsa una faraonica sede? Stona tutta questa opulenza e, francamente, non appartiene al nostro mondo di artigiani, che pur di sbarcare il lunario non alziamo mai la testa dal nostro lavoro. Forse – conclude – chi tira le fila di questa Associazione è ora che faccia un passo indietro”.