“Gli ultimi dati elaborati dal nostro Ufficio Studi confermano la drammatica verità che le imprese vivono ogni giorno: le tasse locali sono più che raddoppiate in 10 anni e oggi abbiamo una pressione fiscale così alta da rendere impossibile sostenere i timidi segnali di risveglio della nostra economia”. Giorgio Mencaroni, presidente Confcommercio della provincia di Perugia, commenta così l’ultimo studio Confcomercio-Cer su pressione fiscale e spesa pubblica.
CIRCOLO VIZIOSO – “Le tasse e la spesa pubblica sono cresciute costantemente negli ultimi anni – aggiunge – e bisogna interrompere questo circolo vizioso, in cui non c’è traccia di un miglioramento dei servizi a fronte dei maggiori oneri per i contribuenti. La ripresa deve essere sostenuta da politiche di rilancio della domanda, che partano da una riduzione generalizzata, progressiva e sostenibile della pressione fiscale. Esattamente il contrario di quello che vediamo in Umbria, ad esempio, dove ci sono amministrazioni comunali che oggi pensano di ripianare i bilanci introducendo l’imposta di soggiorno, che l’esperienza dimostra essere solo un freno al turismo e dunque dannosa per l’economia del territorio”.
Ricordiamo che il comune di Corciano è uno dei pochi a non applicare tale imposta.
LO STUDIO – Secondo lo studio Confcommercio-Cer su pressione fiscale e spesa pubblica, tra il 2011 e il 2014, le tasse locali sono cresciute dai 28,7 miliardi del 1995 ai 104,7 miliardi del 2014, e in media ogni famiglia italiana spende 4.200 euro per tasse locali. Le tasse locali, in particolare, sono più che raddoppiate in 10 anni, visto che sono passate dal 2,9% del Pil al 6,5% e che incidono per il 14,8% sul totale dei tributi e contributi (erano al 6,9% nel 1995).
Una crescita dovuta al taglio dei trasferimenti a cui non ha corrisposto una analoga riduzione della pressione dal centro, che è anzi cresciuta, passando dal 22,7% del Pil nel 1995 al 23,6% nel 2014. Con la conseguenza di aumentare la pressione fiscale complessiva: dal 42,2% del Pil nel 1995 al 43,8 nel 2014.
TASSE SUGLI IMMOBILI PIU’ CHE RADDOPPIATE – Dalla ricerca emerge anche che le tasse sugli immobili sono più che raddoppiate negli ultimi tre anni: tra il 2011 e il 2014 gli italiani hanno pagato 31,88 miliardi di tasse sugli immobili (+115,4%). La cifra non è destinata a scendere nel 2015.
Sui contribuenti italiani – denuncia lo studio Confcommercio – pesa oggi il rischio di una ulteriore stangata fiscale da 72 miliardi di euro nel triennio 2016-2018, se dovessero scattare le clausole di salvaguardia contenute nella legge di stabilità 2015, che potrebbero far aumentare, tra l’altro, anche le aliquote Iva, con pesanti conseguenze per tutti i cittadini consumatori.