Se l’organico dei magistrati non desta preoccupazione, sono invece i vuoti nell’organico del personale amministrativo a rappresentare il maggiore problema della giustizia in Umbria.
A sottolinearlo è stato il presidente della Corte d’appello di Perugia Wladimiro De Nunzio inaugurando l’anno giudiziario. La cerimonia si è svolta nell’aula Goretti alla presenza della presidente dell’Umbria Catiuscia Marini e delle principali autorità.
RALLENTAMENTI E PENDENZE – “Quasi tutti gli organici dei magistrati sono coperti o prossimi alla copertura – ha detto De Nuncio – un dato confortante in grado di assicurare una capacità lavorativa notevole”.
Per il presidente della Corte d’appello è invece totalmente diversa la condizione in cui versa il personale amministrativo. Mancano nell’organico – ha sostenuto De Nunzio – ben 139 dipendenti sui 513 previsti.
Abnormi vuoti che stanno determinando rallentamenti nell’attività giurisdizionale con l’accumulo di ritardi negli adempimenti di cancelleria e, sempre più spesso, la riduzione dei servizi al pubblico o il congelamento di alcune attività.
Inoltre per De Nunzio il carico di lavoro legato alla cosiddetta legge Pinto sulla sezione civile perugina non ha avuto eguali in alcuna delle altre Corti d’appello italiane. Il magistrato ha ricordato che la Corte d’appello di Perugia è competente territorialmente sui ricorsi relativi a tutte le cause promosse dinanzi alle magistrature del Lazio. “Tale competenza – ha sostenuto De Nunzio – ha comportato una pendenza complessiva di oltre 12mila procedimenti da smaltire. Un unicum nel panorama nazionale”.
E pensare che la legge Pinto regola l’equa riparazione per violazione del termine ragionevole di durata del processo.
MANCANO LE VERE RIFORME – Sui problemi della giustizia è stato critico anche l’intervento del procuratore generale presso la Corte d’appello di Perugia Giovanni Galati. “Due sono gli argomenti che hanno preoccupato e preoccupano il Legislatore – ha detto – le ferie e la responsabilità civile dei magistrati, senza prestare la doverosa attenzione alle vere riforme legislative che inciderebbero positivamente sul funzionamento della giustizia”.
Galati si è anche soffermato sul tema della prescrizione. Sostenendo la necessità di cambiare le norme che la regolano. “La prescrizione – ha detto – è la spinta primaria che rende conveniente delinquere e, per tale ragione, dovrebbe smettere di decorrere dopo il rinvio a giudizio”.
LA GIUSTIZIA E LA CRISI ECONOMICA – Oltre alle sue criticità interne, l’attività della Corte d’appello testimonia anche i livelli di crisi del mondo del lavoro nel suo insieme. Ad esempio il numero delle istanze e delle declaratorie di fallimento, confrontato con il dato del periodo precedente, dimostra la crisi del sistema produttivo umbro a partire dal 2008.
Una “situazione costante” è stata registrata presso il tribunale di Perugia per i fallimenti, un migliaio quelli pendenti. “Si conferma anche il massiccio ricorso al concordato preventivo.
Presso il Tribunale di Terni invece si ha un aumento sia delle istanze di concordato preventivo sia di quelle di fallimento ma i dati sono ancora più gravi per il tribunale di Spoleto dove per i fallimenti sono in forte aumento sia istanze che dichiarazioni.
Infine, secondo quanto emerge dai dati della Corte d’Appello, in Umbria aumentano divorzi e separazioni consensuali.
Lorenzo G. Lotito