Dopo cinque anni di attività, il “Fondo di Solidarietà” delle Chiese umbre per le famiglie in difficoltà, a causa della perdita del lavoro dovuta alla crisi economica, ha concluso il 2014 raggiungendo la somma di 3.322.230,84, frutto della generosità di tanti privati benefattori, ma anche di parrocchie, comunità religiose, enti ed istituzioni come la Regione Umbria, istituti di credito, realtà produttive e soprattutto la Consulta delle sei Fondazioni Casse di Risparmio dell’Umbria (Perugia, Terni e Narni, Foligno, Orvieto, Spoleto, Città di Castello). Queste Fondazioni hanno contribuito con oltre il 42% dell’intera somma raccolta dal “Fondo di Solidarietà” nelle sue cinque “raccolte” tenutesi dal 2009 ad oggi.
UN AIUTO CONCRETO – Le raccolte hanno permesso di aiutare 2.308 nuclei familiari in difficoltà: 793 nell’Archidiocesi metropolitana di Perugia-Città della Pieve; 394 nella Diocesi di Terni-Narni-Amelia; 251 nell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia; 224 nella Diocesi di Città di Castello; 192 nella Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino; 190 nella Diocesi di Orvieto-Todi; 172 nella Diocesi di Foligno; 92 nella Diocesi di Gubbio.
Sul sito www.chiesainumbria.it (sessione “iniziative”) sono pubblicati i dati aggiornati al 31 dicembre 2014 dalla Segreteria generale del “Fondo” relativi a ciascuna Diocesi.
Le spese di gestione del “Fondo” durante il periodo delle cinque “raccolte” non hanno superato i 500 euro (imposte di bollo di c.c. bancario, ecc.). Alquanto significative sono le 73 famiglie che hanno rinunciato all’aiuto del “Fondo”, per aver ritrovato il lavoro o per essersi trasferite fuori regione, permettendo ad altre famiglie di accedere al sostegno delle Chiese umbre.
UN ESEMPIO DA SEGUIRE – Un aiuto che non può risolvere tutti i problemi, ma testimonia la vicinanza e la solidarietà di tanti verso chi è in difficoltà. Per i gesti di generosità che questa iniziativa ecclesiale ha fatto nascere in cinque anni, la Ceu esprime la sua soddisfazione e gratitudine a quanti si sono prodigati affinché il “Fondo di Solidarietà” proseguisse la sua opera negli anni della crisi.
Come non ricordare tra i “piccoli benefattori” gli alunni di alcune scuole della città di Terni, che hanno raccolto più di 11mila euro. Come anche la recente iniziativa canoro-musicale organizzata in alcune comunità della Zona pastorale del Nestore dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che ha visto impegnati diversi bambini e ragazzi delle corali parrocchiali a Papiano e a Castello delle Forme, dedicata alla raccolta per il “Fondo”. Non possiamo dimenticare nemmeno gli oltre mille bambini delle parrocchie di Perugia-Città della Pieve, che, durante l’Avvento 2012, hanno realizzato il Dvd “Cantiamo insieme la speranza”, il cui ricavato della distribuzione è stato devoluto all’attività del “Fondo”. Non è solo importante quanti euro vengono raccolti, anche quante persone si attivano e si lasciano coinvolgere da iniziative che educano alla carità.
IL PARADOSSO DELLA CRISI – Non poche sono le persone che giungono periodicamente nelle Caritas diocesane e parrocchiali per lasciare anche una banconota da 10 euro per l’attività del “Fondo di Solidarietà”. Se tutti i 900 mila e più umbri seguissero quest’esempio, potrebbero essere aiutate il triplo delle famiglie rispetto a quelle sostenute fino ad oggi. Un paradosso della crisi non possiamo non segnalarlo in questo contesto: da una recente ricerca che affronta il problema della “ludopatia”, in Umbria si è arrivati a giocare ogni giorno quasi 3 milioni di euro, tra “slot”, “gratta e vinci”, biglietti di lotterie… e molti si impoveriscono nel giocarsi tutto, anche la propria “piccola azienda”. Si tratta di povertà non solo materiali.
Con il perdurare della crisi – causa anche del crescente numero di lavoratori a rischio occupazione (in Umbria i cassaintegrati sono arrivati a 24 mila e i disoccupati a 41 mila), i Vescovi hanno deciso di proseguire l’attività di questo “Fondo” per il 2015, promuovendo in tutte le parrocchie delle otto Diocesi della regione la raccolta di offerte in Quaresima.