Allo studio della seconda commissione del consiglio regionale il disegno di legge della giunta che prevede una nuova disciplina per lo svolgimento delle sagre e delle feste popolari, e quindi per l’esercizio dell’attività temporanea di somministrazione di alimenti e bevande.
Il provvedimento, che interesserà oltre 600 manifestazioni, punta a recuperare lo spirito originario del termine ‘sagra’ attraverso la garanzia della vera promozione delle tipicità locali, enogastronomiche e culturali, nonché ad una maggiore tutela per i consumatori.
Sono previsti il logo ‘Sagra tipica dell’Umbria’ e dal 2015 un premio annuale destinato alle tre migliori sagre.
In base alla nuova disciplina gli alimenti somministrati e indicati nei menù dovranno provenire, per almeno il 40%, da prodotti inseriti nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali o comunque classificati e riconosciuti come Dop, Igp, Doc e Docg dalla Regione Umbria. In alternativa, gli stessi dovranno provenire, per la stessa percentuale da prodotti di filiera corta, a chilometri zero e di qualità. In ogni caso, almeno il 60 per cento dei piatti dovrà essere riferito ai prodotti o alle lavorazioni caratterizzanti la sagra stessa e previsti dai regolamenti comunali.
Le feste popolari, ovvero la tipologia di manifestazioni organizzate esclusivamente o prevalentemente per finalità culturali, storiche, politiche, religiose, sportive e di volontariato, non necessariamente legata alla valorizzazione del territorio, con esercizio di attività di somministrazione, dovranno comunque contribuire alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari umbri attraverso la somministrazione di alimenti provenienti per almeno il 40% da filiera corta, a chilometri zero e di qualità.
Le manifestazioni che rispetteranno i precisi parametri ed indicazioni contenute nella legge entreranno nel calendario regionale delle sagre e delle feste popolari che sarà semplificato rispetto al passato e pubblicato nel portale regionale. Viene stabilito poi un limite massimo di dieci giorni per l’esercizio di somministrazione di alimenti e bevande legato alle sagre e feste popolari, con una norma transitoria che prevede una moratoria di tre anni per adeguarsi ai parametri temporali, per le sagre e feste che attualmente hanno una durata maggiore.
Sagre e feste paesane, in Regione si studia un nuovo regolamento
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