«Gli architetti italiani? Sono i nuovi poveri». Queste le parole di Leopoldo Freyrie, presidente dell’ordine professionale e riportate da un articolo di Dario Di Vico nel corriere.it.
GUADAGNI MENO 40% – Da un’indagine condotta dal Cresme si evince che in cinque anni la perdita di guadagno è stata del 40% e in più aumentano in modo esponenziale le prestazioni non pagate. Il 68% degli architetti infatti vanta crediti nei confronti di aziende private e il 32% verso la pubblica amministrazione in questo modo i professionisti sono a loro volta costretti a contrarre debiti verso terzi: banche, fornitori o società di credito.
GLI STUDI E I GIOVANI – L’attuale reddito medio di uno studio di architettura è di 38 mila euro annui: in genere tali strutture hanno un dipendente non architetto e 1,5 collaboratori a partita Iva. Per i giovani la situazione è drammatica, il tasso di disoccupazione viaggia attorno al 30%. Così quando, come qualche giorno fa a Roma, si apre un concorso per assumere 140 tra funzionari e tecnici per il catasto, giovani architetti e ingegneri si iscrivono e sono almeno in 25 mila: un numero che non si era mai visto.