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giovedì 21 Novembre 2024
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Cucinelli su Report: “Non delocalizzo e pago i miei artigiani più degli amministrativi”

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cucinelli reportDopo aver dato il ben servito al colosso di piumini Moncler con una inchiesta-shock sugli allevamenti di oche, domenica sera Report – la trasmissione di Milena Gabanelli su Rai3 – è tornata a parlare di Brunello Cucinelli presentandolo fra i più ricchi imprenditori della moda (secondo Forbes 1,3 miliardi di euro) e soprattutto come uno dei pochi che produce tutto rigorosamente in Italia e non dove si vende manodopera a prezzi stracciati.

RESTARE IN ITALIA NON È DA TUTTI – Report si è recata a Solomeo, nella fabbrica del cashmere di Cucinelli, dopo sette anni dal primo servizio per scoprire che l’azienda ha triplicato il suo personale e oggi conta 1270 addetti.
Un successo dopo l’altro ha portato l’impresa corcianese a quotarsi in borsa “con l’idea – come ricorda Brunello Cucinelli il quale ha trasferito il concetto ai suoi azionisti – di perseguire il giusto profitto nel rispetto della dignità dell’uomo”.
Certo, i prodotti in cashmere di Cucinelli non sono alla portata di tutte le tasche ma lui tiene a rimarcare che gli utili della ditta sono normali. “Noi facciamo il 9% di utili netti all’anno – spiega l’imprenditore nell’intervista – e io credo che questo sia sano per un’azienda sana, ci sono aziende che possono fare utili molto più alti”.
La ricetta segreta di Cucinelli? Aver investito nel marchio del Made in Italy senza delocalizzare come molti altri imprenditori hanno scelto di fare. “È grazie all’Italia che noi abbiamo potuto realizzare un prodotto così speciale” ha affermato Cucinelli che interpellato per un giudizio su quanti usano impropriamente il marchio Made in Italy nei propri prodotti ha risposto (citando Papa Francesco) di non essere qui per giudicare.

GUARDA QUI LA TRASMISSIONE (CUCINELLI DAL MINUTO 48)

LE SARTE GUADAGNANO IL 15% IN PIÙ – La trasmissione è andata quindi a visitare la scuola dei mestieri voluta e fondata da Cucinelli (come il teatro che porta il suo nome) nel borgo di Solomeo da lui in gran parte ristrutturato con un investimento da 50 milioni di euro. L’idea è chiara e non si basa sul mero profitto: “L’impresa – spiega Cucinelli – deve tornare a progettare sì a tre mesi; ma anche a tre anni, a trent’anni, a tre secoli. Questo è quello che dobbiamo tornare a fare”.
Lo scopo è anche quello di ridare dignità ai lavori artigiani ai quali sempre più giovani si stanno avvicinando. Non è quindi un caso il successo della scuola dei mestieri di Brunello Cucinelli che offre borse di studio da 700 euro al mese per nove mesi per quanti ambiscono ad entrare fra i dipendenti interni all’azienda o fra i tremila terzisti, che sono quasi tutti umbri.
“Per i nostri corsi abbiamo avuto richieste anche 50 volte superiori ai posti disponibili” afferma con orgoglio Cucinelli sicuro che è in atto una inversione di tendenza. “Non ci si deve vergognare del lavoro artigiano – spiega ancora l’imprenditore – l’importante è che ci sia dignità morale ed economica. I nostri artigiani (sarte, rammendatrici – ndr.) li paghiamo circa il 15% in più dei nostri dipendenti e operai normali, più degli amministrativi”.
A tutto questo si aggiungono i premi produzione e l’ormai celebre dono da 6.000 euro fatto trovare a tutti i dipendenti sotto l’albero di Natale due anni fa.
“Sono ricco” dice senza vergogna Brunello Cucinelli alla fine del servizio di Report.
E forse se lo merita più di molti altri.

Lorenzo G. Lotito

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