Il Sindaco Cristian Betti parla di come Corciano ambisca a diventare una sorta di cerniera tra il perugino, la bassa Toscana e l’orvietano, per razionalizzare i costi di forniture e servizi.
ACCORDI INTERCOMUNALI – “Da tempo – spiega – abbiamo chiara l’opportunità di favorire degli accordi intercomunali per razionalizzare i costi di forniture e servizi. Mi riferisco ad una Centrale Unificata composta da diversi Comuni che sia in grado di controllare i costi senza ridurre né modificare i servizi offerti alla cittadinanza. Ora – ribadisce – anche lo Stato ci viene incontro, perché a seguito dell’intesa sancita con le autonomie locali nel luglio scorso, entro il 1 gennaio nei Comuni dovranno essere operative le Centrali Uniche di Committenza.
UFFICIO CENTRALIZZATO – “Noi stiamo lavorando in tal senso e qualche incontro operativo si è tenuto. Oltre a Corciano, territorialmente il più esteso, sono coinvolti gli enti del Trasimeno e si guarda anche a Città della Pieve”. Il fine è la creazione di un Ufficio centralizzato, si è parlato di utilizzare la sede dell’ex Comunità Montana a Magione, dove opererà, senza costi aggiuntivi, il personale comunale già in forza alle singole amministrazioni. Il numero degli addetti al servizio varierà a seconda del maggior peso che il Comune esprime.
CORCIANO COME RIFERIMENTO – “L’impegno – continua il Sindaco – è che Corciano rivesta in questo organismo un ruolo di riferimento. Per procedere lungo l’asse dell’ottimizzazione delle risorse è fondamentale promuovere un’unione strutturale con i territori del Lago”. I benefici secondo Betti saranno “intercettare risorse anche extra-nazionali, partecipare a Bandi europei, promuovere progetti integrati ragionando in termini di Area Vasta, così da ottenere, conseguentemente, ricadute turistico-economiche”. “L’importante – conclude – è voler condividere un destino comune. La ricerca di unificare servizi, ridurre costi e organizzare investimenti, consentirà di acquisire più consapevolezza su risorse, necessità e opportunità. Essere parte attiva del cambiamento, dipende pure dalla volontà di superare campanili e di investire sulla partecipazione a tutti i livelli”.
COSA SONO LE ‘CENTRALI UNICHE DI COMMITTENZA’ – La Centrale Unica di Committenza (C.U.C.) rappresenta l’organo di riferimento unitario a cui è affidata la gestione tecnico-amministrativa delle procedure di appalto delle amministrazioni comunali che vi hanno aderito con formale accordo consortile.
Dal 1 luglio 2014 infatti tutti i Comuni non capoluogo di provincia hanno l’obbligo di procedere all’acquisizione di lavori, beni e servizi nell’ambito delle Unioni dei Comuni, ove esistenti, ovvero costituendo un apposito accordo consortile tra i comuni medesimi e avvalendosi dei competenti uffici anche delle province, ovvero ricorrendo ad un soggetto aggregatore o alle province.
L’art. 33 del D.Lgs. n. 163/06 e s.m.i. al comma 3-bis, prevede che “i Comuni con popolazione non superiore a 5 mila abitanti ricadenti nel territorio di ciascuna Provincia affidano obbligatoriamente ad un’unica centrale di committenza l’acquisizione di lavori, servizi e forniture nell’ambito delle unioni dei comuni, di cui all’articolo 32 decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove esistenti, ovvero costituendo un apposito accordo consortile tra i comuni medesimi e avvalendosi dei competenti uffici”.
L’art. 3, comma 34, del D.Lgs. 163/06 e s.m.i. definisce la “centrale di committenza” come un’amministrazione aggiudicatrice che acquista forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o altri enti aggiudicatori; aggiudica appalti pubblici o conclude accordi quadro di lavori, forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o altri enti aggiudicatori.