“Non si combatte il gioco d’azzardo patologico – che è un fenomeno gravissimo, con pesanti ripercussioni sociali – penalizzando i pubblici esercizi, che ospitano i giochi leciti in modo perfettamente legale”. Così Confcommercio Umbria e Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi, esprimono la loro contrarietà nei confronti degli ultimi emendamenti inseriti nella proposta di legge regionale “Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico”.
INTENTO PUNITIVO – “Avevamo condiviso lo spirito e l’obiettivo della proposta di legge – spiega Confcommercio Umbria – e avevamo partecipato al suo iter con spirito più che collaborativo, più volte rassicurati sul fatto che non avrebbe avuto un intento punitivo nei confronti di una intera categoria. Ora non possiamo accettare che per compensare i minori introiti derivanti dalla agevolazione fiscale per la rimozione degli apparecchi per il gioco ‘lecito’, la Regione introduca un aggravio fiscale per tutti coloro che non vorranno rimuoverli.”
FARE CASSA – “L’intento di fare cassa è più che evidente e su questo obiettivo, purtroppo, la politica ancora una volta si rivela compatta, con uno spirito bipartisan degno di più nobili cause. Abbiamo inviato alla Regione nuove osservazioni puntuali sul testo approvato dalla terza commissione – continua Confcommercio Umbria – perché introduca i correttivi necessari. Siamo certi che non potranno essere ignorati, perché rispondono, tra l’altro, ad una logica di buon senso e di buon governo. Se lo stato ha le sue colpe, perché lucra sui giochi più popolari in assoluto – Lotto e Superenalotto, Gratta & Vinci, Lotto istantaneo – e non vigila su sul gioco illegale, che vale il 40% della torta, o su quello dilagante on line che sfugge a ogni controllo e pubblicizzato continuamente su tutti i media, la Regione non può pensare di ridurre il danno con queste modalità”.