Se la Toscana, nella fattispecie la città di Prato, è sempre stata la meta favorita della comunità cinese all’estero, adesso la preferenza sembra essersi spostata in Umbria e alla questura di Perugia vengono presentate mensilmente centinaia di richieste di permessi di soggiorno e di ricongiungimento familiare.
LA CINA A CORCIANO – Anche a Corciano le continue aperture di negozi e centri massaggi cinesi rendono l’idea di questa silenziosa invasione da parte della più popolosa repubblica asiatica. Alcuni corcianesi si chiedono come mai sia concesso tanto spazio a questi esercizi commerciali. Nel comune si contano già un mini negozio e quattro megastore: due nella zona commerciale di Ellera e due a taverne di Corciano. Imminente è poi l’apertura di un nuovo punto vendita, fotocopia degli altri, presso la rotonda delle quattro torri di fronte all’ex Obi.
COSA VENDONO – Quello che perplime i nostri lettori che ci hanno segnalato questo continuo nascere di attività commerciali è che la tipologia della merce venduta è sempre la stessa: abiti di provenienza cinese, giocattoli, cartoleria, scarpe,arredamento, casalinghi, accessori per telefonia e computer, illuminazione e materiale elettrico. “Come al solito hanno di tutto un po’- ci spiega una nostra lettrice – dall’abbigliamento alle stelle comete illuminate. Vendono immondizia, mi chiedo perché danno loro la possibilità di aprire questi negozi?”. “Io ci vado spesso – osserva un altro lettore – guardando bene si può trovare qualche affare nell’elettronica-elettricità e nella cartoleria e dove vado io ci sono anche prodotti italiani”. Opinioni opposte che però contribuiscono ad alimentare la discussione su questo fenomeno figlio della crisi economica.
I PREZZI – I prezzi concorrenziali hanno infatti reso queste attività molto redditizie per questo si stanno moltiplicando sul territorio: l’offerta è sempre vantaggiosa e la clientela, che di questi tempi ha il portafoglio sempre più sgonfio, punta sul risparmio magari a discapito della qualità. Così, mentre i nostri imprenditori si spostano in cina per produrre, quelli cinesi sfruttano la crisi economica per piazzare i loro prodotti e trovano qui la loro personale America.
G.G.