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domenica 24 Novembre 2024
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Fecondazione eterologa in Italia, costi e cosa dice la legge: primo via libera dalle Regioni

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Fecondazione eterologa, c'è il primo via libera delle RegioniFecondazione eterologa, è stato licenziato – presente anche la presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, che ha la delega alla sanità il documento tecnico per l’introduzione di tale pratica: il documento è stato varato oggi dal tavolo costituito da tecnici del settore e funzionari regionali, con l’accordo preliminare di tutte le Regioni. La commissione Salute della Conferenza delle Regioni ha trovato un’intesa sulle linee guida per disciplinare la fecondazione eterologa, il documento è ora all’esame degli assessori riuniti a Roma e passerà poi alla Conferenza Stato-Regioni.

LA SODDISFAZIONE DI CATIUSCIA MARINI – “Quello elaborato sull’eterologa è unottimo documento, che permetterà di dare vita ad un percorso unitario”, afferma il presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, che oggi ha preso parte alla riunione degli assessori alla Sanità (in quanto ha la delega alla materia). “Sono molto soddisfatta, il clima è stato collaborativo”. “D’altra parte – ragiona Marini – c’è una sentenza dettagliata della Consulta e il rischio era che partissero i centri privati ma non potessero farli, senza linee guida, quelli pubblici. Il che era assurdo”.

FECONDAZIONE ETEROLOGA: COSA PREVEDE LA LEGGE – La fecondazione eterologa sarà gratuita o con ticket, prevista cioè nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ma con dei paletti rispetto all’età delle donne riceventi, che devono essere in età potenzialmente fertile. Su questo punto, tecnici e funzionari regionali hanno trovato l’accordo nel documento tecnico varato oggi.

I DIRITTI DEL NASCITURO – Il nato da fecondazione eterologa avrà lo stesso colore di pelle della coppia ricevente. Per quanto possibile si manterrà, cioè, lo stesso fenotipo della coppia ricevente in relazione al colore della pelle, dei capelli e anche rispetto al gruppo sanguigno. Il nato da eterologa avrà la possibilità di chiedere di conoscere l’identità del padre o madre biologici una volta compiuti i 25 anni di età: a questo punto il donatore viene ricontattato e, se lo decide, potrà rivelare la propria identità. E’ questa la posizione espressa nel documento tecnico varato dai tecnici e funzionari regionali. Con l’eccezione di tale caso, il documento prevede l’anonimato del donatore: si potrà risalire a notizie relativi ad aspetti genetici del donatore solo per esigenze mediche del nato.

IL LIMITE DI DONAZIONI – Per i donatori nell’ambito della fecondazione eterologa, si prevede un limite massimo di 10 nati per ogni donatore. la coppia che ha già avuto un figlio da eterologa potrà però chiedere di avere altri figli da eterologa con lo stesso donatore. Lo prevede il documento tecnico varato oggi, che fissa pure i limiti di età per i donatori: 20-35 anni per le donne e 18-40 per gli uomini. Per le donne riceventi è previsto un limite massimo di età di 43 anni ai fini di poter ottenere l’eterologa nell’ambito dei Lea, a carico del Ssn.

TOSCANA ‘APRIPISTA’ – Il documento tecnico varato è in linea con i contenuti della delibera già approvata dalla Regione Toscana e che dà il via libera all’eterologa nei centri pubblici della Regione. Il documento prevede anche, come nella delibera della Toscana, precisi test ed esami clinici per i donatori e l’istituzione di un Registro dei donatori. Intanto, domani proprio a Firenze, all’Ospedale Careggi, prederanno il via le visite di consulenza per le prime otto coppie che hanno chiesto di effettuare una fecondazione. L’orientamento delle altre Regioni, secondo quanto si apprende, sarebbe invece quello di attendere il via libera definitivo della Conferenza Stato-Regioni prima di avviare gli interventi di fecondazione eterologa nei propri centri.

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