Anche un corcianese, Fabio Tancetti, faceva parte del gruppo di sub umbri, tre dei quali morti dopo un’immersione alle isole Formiche di Grosseto: secondo la ricostruzione di Marco Barbacci, unico sopravvissuto, il gruppo di umbri era aggregato ad altre persone uscite con la stessa imbarcazione dello stesso diving, il tredici metri Emery Island dell’Abc sub Diving club di Talamone. “Noi ci siamo immersi a due a due a una trentina di metri di profondità; io con un altro ragazzo, Fabio Giaimo con Fabio Tancetti, Enrico Cioli con Gianluca Trevani”, spiega Barbacci.
LA TRAGEDIA – E proprio Tancetti, dipendente di Umbria Mobilità, è stato accanto a Fabio Giaimo negli ultimi istanti di vita del medico perugino: come riporta il Corriere dell’Umbria, “è stato lui che ha fatto tutto il possibile per strapparlo al tragico destino nelle maledette acque del Tirreno, che lo ha aiutato a risalire verso la superficie. Purtroppo, tutto inutile: e il giorno dopo, nella sua casa di Corciano dove si è rifugiato da domenica sera, è ancora sotto choc. ‘Mi sento a pezzi, ho raccontato tutto agli inquirenti’”, dice.
LA DINAMICA – Vista l’inchiesta in corso, Tancetti non intende dire nulla sulle dinamiche dell’incidente: “Con Fabio Giaimo – ricorda – abbiamo condiviso da sempre questa passione, a partire dalle frequentazioni nel Club Subacqueo Thalassa di Olmo. Anche questa volta, uscendo a coppia, non ho avuto dubbi a sceglierlo come compagno. Aveva esperienza, era a dir poco prudente”. I metri di profondità? Le cause? I sospetti sulle bombole? “Lasciamo perdere”, la conclusione dell’intervista pubblicata online dal sito del Corriere dell’Umbria.