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domenica 22 Dicembre 2024
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Duranti e Baffoni portano l’innovazione al Corciano Festival

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941478_10151346726586582_971803374_nFrancesca Duranti e Andrea Baffoni sono i curatori della sezione arti visive contemporanee del Corciano Festival con “Diari di Sogni Perenni”,in esposizione fino al 17 agosto nel centro storico del Borgo.

INNOVAZIONE – “L’edizione 2014 del Festival – spiega Francesca – parla con nuovi linguaggi e gli amministratori hanno creduto, insieme a noi, che fosse il tempo di inserire, accanto alle grandi mostre  un po’ più d’innovazione, spaziando tra disegni, sculture, fotografia stenopeica, video art”. Francesca da anni si muove con disinvoltura nel mondo dell’arte contemporanea, è docente al NID ed ha organizzato numerose mostre sviluppando un rapporto molto stretto con i giovani artisti contemporanei attraverso esposizioni in spazi urbani. “Il gusto sta cambiando, ma esiste un pubblico giovane, colto e pieno d’interessi che va alla ricerca di eventi fatti bene, il cui filo conduttore sia la qualità e lo spessore culturale”. “Diari di Sogni perenni” è dunque la risposta a questa ricerca e porta negli spazi dell’acropoli gli stimoli e le proposte di 11 giovani artisti, 3 dei quali provenienti dall’Umbria, altri da Toscana, Emilia Romagna, Marche, Lazio.

VEDIAMO COSA C’E’ DI NUOVO – “Dopo 7 edizioni del Premio Pittura e Scultura del Corciano Festival – spiegano sia Duranti che Baffoni – è stata decisa un’interruzione, perché scemava l’interesse, ma abbiamo concentrato l’interesse sull’oggi. Negli ultimi 5 o 6 anni abbiamo riletto i grandi personaggi della cultura e dell’arte purtroppo scomparsi e così abbiamo detto ‘vediamo cosa c’è di nuovo’ e non solo in Umbria, così da mettere in relazione grandi tematiche, artisti e contesto ambientale-architettonico, senza pregiudizi di sorta. Accanto ad Omar Galliani, che richiama la tradizione, ecco i ragazzi che parlano attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea del nostro tempo, dei sogni, delle paure, di una sfruttata e tormentata ‘generazione 2.0’. Si raccontano demolendosi, l’arte, si sa, è lo specchio della società, ma questi 11 artisti portano nelle botteghe e nei luoghi espositivi ‘di allora’, con le loro ‘parole’, il racconto di chi siamo”.

IL TERRITORIO E IL CAMBIAMENTO – I curatori ribadiscono “il nostro non è un tentativo di modernizzare il Festival, ma un’operazione della quale siamo convinti. Da anni ci occupiamo di contemporaneità, lo abbiamo fatto nel dicembre scorso con la mostra ‘Tell Mum Everything is OK – Giovani artisti in Umbria’ a Palazzo della Penna, lo abbiamo fatto a Corciano con ‘DUG – Design Umbro Ultima Generazione’, e siamo anche convinti della necessità di usare il territorio come indotto per la crescita. I cambiamenti – concludono – comportano una selezione e dei naturale passi indietro ed avanti, ma soprattutto in presenza di risorse limitate per la cultura – ed un grazie va come sempre agli sponsor, come ad esempio la Banca di Mantignana – non si può non lasciare spazio all’introspezione, alla valutazione oggettiva ed alla creatività”

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