58 percento a 42. Nella confinante Perugia si conclude così il ballottaggio Andrea Romizi – Wladimiro Boccali con il trionfo clamoroso del primo sindaco di centrodestra del capoluogo umbro.
La vittoria si è cominciata ad intuire nella tarda serata di domenica quando, all’avvio dello spoglio delle schede, Romizi ha cominciato a macinare voti lasciando indietro il sindaco uscente Boccali.
Dicono che l’effetto Renzi e il flop dell’affluenza a Perugia non si sono fatti sentire ma a pensarci bene forse è proprio il contrario: quello di Romizi è il risultato più logico in un clima dove la voglia di cambiamento e di voltare pagina superano, evidentemente, anche le vecchie ideologie.
Non è un caso che Romizi, respirando a pieno l’aria che tira, si sia apparentato con gli altri candidati alle elezioni del 25 maggio Urbano Barelli e Dramane Waguè, entrambi non di centro destra ma consci, come il neosindaco, dell’umore con cui la gente ormai giudica la classe politica che finora ha governato Perugia.
I cinquestelle erano l’incognita di questo ballottaggio: chi di loro domenica ha votato, nella maggior parte dei casi ha dato la preferenza a Romizi.
Difficile poi sbagliare dicendo che buona parte dei Renziani non ha votato il sindaco uscente, che renziano non è mai stato. In tutto questo Wladimiro Boccali, delfino dell’ex sindaco Renato Locchi, ha subito indubbiamente lo scotto del fuoco amico, che si intravede nei dati dell’affluenza la quale dai picchi di Perugia città – dove il voto di centrodestra è tradizionalmente più alto – cala drasticamente nelle periferie – dove storicamente il centrosinistra è più radicato.
È comunque indubbio che su tutto ha funzionato il coraggio del 35enne Andrea Romizi.
Nei mesi scorsi di fronte ad un centrodestra per lo più litigioso ha accettato con umiltà la candidatura, arrivata come una seconda scelta. Si è messo in gioco con una squadra di giovani che insieme a lui hanno lavorato ad una campagna elettorale sobria e onesta confrontandosi non solo con il centrosinistra ma anche con quanti di centrodestra dubitavano, apertamente o meno, della scelta.
Ora alla vicina Perugia spetta il compito di risollevarsi, ben sapendo che i suoi problemi, grandi e piccoli, quei problemi che l’hanno portata alla ribalta della cronaca nazionale – e non sempre a ragione – non si risolveranno in quattro e quattr’otto e soprattutto non per merito di una persona sola, ma con l’aiuto di tutti.
Clamorosa Perugia, nel ballottaggio i “vicini” passano al centrodestra con Romizi
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