Dopo la scoperta della tomba romana nei pressi di Capocavallo l’esame sui resti umani rinvenuti ha gettato l’ombra del giallo sul ritrovamento. Il Messaggero riporta infatti che uno dei due teschi rinvenuti (un uomo adulto e un ragazzo molto giovane) presenta un foro nel cranio dovuto ad un colpo con un oggetto contundente che fa quindi pensare ad una morte violenta. Probabilmente un omicidio. Lo studio sulla sepoltura ha anche evidenziato come i resti del ragazzino fossero stati trasportati in quel luogo dopo una riesumazione, poichè posti nel sepolcro in modo scomposto, e come ci fosse in quel periodo pericolo di epidemie, visto che sul fondo del terreno erano presenti tracce di calce. La datazione risalirebbe al VI o VII secolo, durante la dominazione longobarda: il luogo del ritrovamento suscita interesse perchè appartiene ad una fascia di terra compreso nel corridoio bizantino, una via di comunicazione tra Roma e Ravenna, così già si parla della possibilità di nuovi ritrovamenti ipotizzando la presenza di un insediamento atto al controllo di tale importante via di collegamento.
Il teschio presenta un foro: probabilmente è omicidio
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