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giovedì 21 Novembre 2024
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Prc Corciano: “La E45 va messa in sicurezza, non trasformata in autostrada”

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E 45In occasione del consiglio comunale di lunedì 17 marzo, Rifondazione Comunista ha presentato un ordine del giorno da sottoporre a votazione contro l’ipotesi di trasformazione della E45 in autostrada, odg respinto con il voto contrario del Partito Democratico (PD), di Forza Italia (FI), del Nuovo Centro Destra (NCD) e dei Socialisti, mentre i favorevoli sono stati: Rifondazione Comunista (PRC), Sinistra Ecologia e Libertà (Sel) e il Movimento 5 Stelle (M5S). Una contrarietà bocciata dal capogruppo Prc Fabrizio Brunelli e da Michele Ramadori, segretario del circolo “CorradoTiroli” PRC Corciano

 

 LE DICHIARAZIONI – “Il Cipe – scrivono i due in una nota – ha ormai dato il via libera per quanto riguarda l’ipotesi di trasformazione in autostrada della E45, ed anche il Consiglio Regionale ha approvato due mozioni che vanno nella stessa direzione. Si tratta di una decisione non tiene minimamente in considerazione il territorio, il sacrosanto diritto dei cittadini di partecipare a tale scelta, il rispetto del paesaggio e che non risolve certo gli attuali problemi di traffico e sicurezza di una superstrada sempre più simile a una mulattiera. La proposta di trasformazione della E45 in autostrada presuppone poi la privatizzazione della maggiore arteria viaria umbra, attraverso il modello del project financing e della defiscalizzazione al futuro concessionario, modello che avrà non poche ripercussioni sulla nostra regione e su tutto l’assetto stradale umbro. Ribadiamo un’altra volta che per i nostri territori servono più che altro le risorse per la messa in sicurezza delle scuole, per moderne infrastrutture tecnologiche e per il riassetto idrogeologico del territorio; altro che autostrada. Se esistono poi risorse per la viabilità, proponiamo che queste siano investite nella messa in sicurezza dell’attuale E45 e per l’ammodernamento di tutto il sistema viario regionale”.

LA MOBILITAZIONE – Brunelli e Ramadori spiegano comunque che si mobiliteranno “nelle istituzioni e per la creazione di una forte opposizione dei cittadini per ribadire che i nostri territori non sono in vendita”, ricordando poi le altre opere contestate in tutta Italia: “Dalla forte e radicata opposizione all’inutile TAV in Val di Susa fino in Sicilia dove ci si batte contro il M.U.O.S. (sistema di antenne americane ad altissima frequenza) – scrivono – la lotta non si arresta e l’Umbria non sarà da meno, perché c’è un “filo rosso”, una stessa logica che accomuna tutte queste grandi opere: l’inutilità, i succulenti appalti, le devastazioni territoriali, l’enorme spesa pubblica, l’inquinamento e il pericolo delle infiltrazioni mafiose. Serve una sola grande opera: casa, reddito e lavoro per tutti e tutte.

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