Se costruire un negozio Ikea nel Perugino fosse semplice come assemblare i mobili venduti dalla stessa multinazionale svedese, a quest’ora forse l’insegna gialla e blu già campeggerebbe nei cieli di qualche comune umbro, attirando numerosi clienti e generando affari e lavoro.
Ma la burocrazia necessaria a far arrivare da queste parti il colosso dell’arredamento fai da te non è semplice e schematica come un libretto di istruzioni, è lunga e complicata come, appunto, la burocrazia nostrana e forse in Umbria è pure peggio.
Lo dimostra il fatto che di Ikea a Perugia si parla da anni ma la vicenda, che ad un certo punto sembrava aver imbroccato la strada giusta, alla fine è svanita come una bolla di sapone.
In questi giorni se ne sta riparlando con ipotesi suggestive al limite dell’indiscrezione. Qualcuno starebbe pensando anche a zone commerciali nel comune di Corciano, altri hanno rimesso in ballo l’area perugina di San Martino in Campo, i cui lavori sono stati bloccati da un esposto.
Niente di certo, al momento. I sindaci dei due comuni confinanti Boccali e Betti non hanno ricevuto contatti dagli svedesi. Se qualcosa di vero c’è è che probabilmente qualcuno sta muovendo le acque per suscitare interesse, non senza intenti speculativi.
Ad ogni modo molte persone vedono con favore l’insediamento di Ikea in zona. Alla gente poco interessa delle scaramucce che si nascondono dietro la posa della prima pietra di un negozio che porterebbe un valore aggiunto per tutti indistintamente.
Ikea nel perugino, una serie di ipotesi ed indiscrezioni ancora tutte da verificare
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