Toccano anche Corciano le polemiche seguite all’appellativo-shock (boia) con cui il parlamentare del Movimento Cinque Stelle Girgis Giorgio Sorial si è rivolto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante una conferenza stampa.
Dopo l’intervento di Emanuela Boccio, capogruppo del PD in consiglio comunale, che con un ordine del giorno urgente da discutere nell’assemblea programmata per domani 30 gennaio ha manifestato solidarietà al Capo dello Stato, non si è fatto attendere il commento di Simonetta Checcobelli, capogruppo di M5S che ha inviato al nostro giornale un comunicato, che riportiamo in esclusiva nelle sue parti salienti.
“Come al solito in questo Comune la voglia di alzare i toni del dibattito politico da parte di una certa parte della maggioranza non si fa attendere, e sebbene il M5s abbia più volte dimostrato di avere i nervi saldi non entrando nelle facili polemiche a cui invitava quella parte politica, questa volta ci sembra quantomeno doveroso rispondere ad un attacco così chiaramente demagogico.Risulta difficile capire la grande indignazione che una similitudine abbia suscitato in una grande parte dei politici, tanto più difficile quando una simile veemenza non viene manifestata per eventi e fatti concreti che hanno una violenza e una portata di conseguenze ben più gravi di quella utilizzata per la semplificazione di un concetto. Questi esponenti politici non vogliono guardare la gravità dei fatti che stanno colpendo il nostro paese, l’evidente escalation antidemocratica che sta colpendo le istituzioni, e noi dovremmo stare zitti ed impassibili di fronte alle minacce di imbavagliare il democratico dibattito parlamentare con l’uso di strumenti ricattatori come una figura retorica quale la cosiddetta”tagliola”? I cittadini in parlamento non avrebbero il diritto di indignarsi per un simile misfatto perpetrato ancora una volta con il beneplacito dei poteri forti dello Stato? […] Nessuno incita alla violenza, nessuno vuole vendette ma certo non possiamo stare zitti di fronte all’evidente volontà di bypassare la volontà di milioni di cittadini onesti che hanno solo il torto di avere deciso di conoscere la realtà della storia di questi ultimi decenni senza la mistificazione a cui l’hanno assoggettata giornalisti e storici di regime. […] Non tutti possono gradire un parlare colorito e lo capiamo bene, però credo che l’onestà intellettuale che dovrebbe contraddistinguere gli amministratori pubblici, permetta di capire che l’uso di una figura retorica come quella del “boia” collegata alla pratica della “tagliola” ha soltanto valore semplificativo di quello a cui le istituzioni vanno incontro se non si torna al rispetto del contraddittorio: una truce morte della democrazia.”
Dopo la frase in questione il grillino Sorial è finito sotto inchiesta per il reato di vilipendio del Capo dello Stato punito, secondo l’articolo 278 del codice penale, con una pena che va da uno cinque anni. Secondo notizie di stampa nazionale la Procura di Roma ha iscritto il parlamentare nel registro degli indagati in quanto responsabile di offese all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica. Il fascicolo è stato aperto sulla base di un esposto del deputato Pd Stella Bianchi.
Dal canto suo il M5S non demorde e pare che sia pronto a presentare richiesta per avviare la procedura di messa in stato di accusa del presidente della Repubblica mentre il suo leader Beppe Grillo ha lanciato addirittura un sondaggio nel suo blog in cui chiede di votare “l’atto più grave del presidente”.