Un protocollo per la discarica Borgogiglione: lo chiede Lucio Pala, presidente dell’Osservatorio Borgo Giglione, dopo gli incontri dei mesi scorsi con i responsabili di ARPA Umbria, del Dipartimento Prevenzione USL Umbria1, gli amministratori di 3 Comuni direttamente interessati dalla discarica (Magione, Corciano e Perugia), il dirigente dell’ATI2 e il responsabile dell’azienda TSA che gestisce l’impianto, il medico dell’ISDE Carlo Romagoli, ed era stata invitata anche CittadinanzAttiva di Corciano.
L’ARPA ACCOGLIE LA PREOCCUPAZIONE DEI CITTADINI – “Abbiamo sentito con soddisfazione – spiega Pala – dei recenti sopralluoghi di ARPA in discarica e dell’impegno del gestore a curare le buone pratiche di gestione quotidiana, anche se il superlavoro dovuto ai conferimenti straordinari di questi tempi può determinare qualche disfunzione e ritardo. In accordo con TSA, e venendo così incontro alle preoccupazioni espresse da questo Osservatorio e dall’amministrazione di Corciano, tutti hanno accettato la decisione di implementare i controlli e l’informazione. Ci è stato ripetuto ancora una volta che la discarica viene tenuta sotto controllo dall’ARPA e che finora non ha evidenziato problematiche di pericolo; tuttavia, si vuole perseguire la massima trasparenza e un dialogo con i cittadini basato sulla condivisione dei dati e sul principio del cointeresse”.
IMPLEMENTAZIONE AL PROTOCOLLO – Il presidente del comitato spiega che “a breve ci sarà una riunione tecnica per stendere concretamente questo Protocollo e definire l’implementazione del monitoragio ambientale già in essere: nuovi punti di controllo delle acque profonde, per monitorare il rischio “migrazione” del percolato e per accertare la tenuta della barriera del fondo della preesistente discarica. Già è stata installata una nuova centralina di monitoraggio delle acque di ruscellamento lungo il Fosso della Contessa, anche se i dati raccolti non sono ancora pubblici. Su un’altra delle nostre richieste, di procedere ad un’estensione dei controlli sulle emissioni in atmosfera, l’ARPA oppone resistenza anche per difficoltà finanziarie. Invece, c’è disponibilità per misure meno costose e di facile realizzazione: il lavaggio quotidiano dei camion, il pieno rispetto delle norme di buona gestione già previste come la copertura dei rifiuti, il controllo del numero di camion e degli orari d’ingresso, il rispetto del Codice della strada…
UNO STUDIO DI AREA – Pala definisce “fondamentale” l’attivazione di uno studio di area, che “definisca il possibile impatto biologico della discarica ed eventuali rischi per la salute dei cittadini”. Sul punto, “abbiamo registrato una prima apertura del Dipartimento prevenzione ASL (il rappresentante dell’ASL ha chiarito però che uno studio epidemiologico si può fare solo a partire da un’ipotesi chiara del rischio e valutando bene i complessi e molteplici fattori in gioco nella valutazione, quindi con un Protocollo formalizzato e condiviso: occorrerà promuovere anche l’impegno della Regione per cercare di ricomporre problematiche e normative relative all’Impatto ambientale e alla Valutazione Impatto Salute)”. Per Pala, però, “non va fatto uno studio epidemiologico sull’area circostante la discarica, ma di farci guidare da una concezione di salute a tutto campo (coniugando una valutazione del carico chimico globale portato dalla discarica con uno studio biologico e sulle interferenze degli inquinanti sul sistema endocrino, nonché una valutazione dei rischi di incidente o dei rischi per gli operatori quotidianamente esposti più da vicino…). Anche per questo, il presidente chiede “di stabilire una tempistica degli interventi e una tempistica per le comunicazioni”.
COMUNICAZIONE E AUDIT- Nel Protocollo tutti hanno accettato di includere anche un piano della comunicazione, ossia “stabilire tempi e modi in cui le informazioni che già TSA fornisce regolarmente alle istituzioni possano essere comunicate adeguatamente anche ai cittadini e alle associazioni per una condivisione dei dati, mantenendo le differenze di competenze e responsabilità dei soggetti cointeressati. In ogni caso, l’Osservatorio intende attivare in via sperimentale forme di partecipazione civica e condivisione democratica (audit), avvalendosi della collaborazione di esperti”.