Anche in Umbria è arrivata la Bluetongue colpendo alcuni allevamenti di ovini: il dipartimento di prevenzione della USL Umbria 1 fornisce alcuni chiarimenti affinché non si diffondano inutili allarmismi tra la popolazione e conferma che non esiste alcun rischio di contagio per l’uomo.
IL VIRUS – La febbre catarrale degli ovini, più comunemente chiamata Bluetongue per la cianosi della mucosa linguale osservata negli animali colpiti in modo più grave, è una malattia infettiva virale non contagiosa dei ruminanti, in particolare degli ovini, che viene trasmessa da insetti appartenenti al genere Culicoides. La sua diffusione in Italia risale all’estate del 2000, anno in cui è stata confermata per la prima volta in Sardegna.
NESSUN RISCHIO PER L’UOMO – Si tratta di una malattia non trasmissibile all’uomo né attraverso gli animali né attraverso gli insetti né tramite consumo delle produzioni di carne, latte e derivati, ovvero, tecnicamente, non è una zoonosi.
“E’ importante che i consumatori sappiano – rassicura Antonio Ruina, direttore del dipartimento di prevenzione della USL Umbria 1 – che alimentarsi con la carne, il latte e i suoi derivati non crea alcun problema alla salute. Per cui si possono continuare ad acquistare con tranquillità i prodotti presenti sia nella grande distribuzione sia presso le aziende che fanno vendita diretta, considerando che i veterinari del dipartimento controllano sia gli animali all’interno degli allevamenti sia i prodotti da essi derivati”.